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GENIUS LOCI: LO SPIRITO DEI LUOGHI, a cura Associazione Culturale Erodoto, Como

GENIUS LOCI: LO SPIRITO DEI LUOGHI
Chiostrino di Sant’Eufemia, Piazzolo Terragni – Como

Dal 26 settembre al 24 ottobre 2010, dalle 11 alle 18, orario continuato; giorni: dal martedì alla domenica, lunedì chiuso; Ingresso libero

Catalogo Vanilla Edizioni in mostra (7 €)

A cura di: Associazione Culturale Erodoto
Direzione artistica: Jessica Anais Savoia
Artisti: Jalisco Pineda, Nicoletta Brenna
Contributo artistico: OLO creative farm, per il montaggio video; Diego Casartelli per le fotografie sulla Valle del Cosia

Genius Loci è un ambiente in cui l’arte contemporanea, attraverso una video installazione, sculture in creta, bassorilievi, incisioni, fotografia, suoni, odori e installazioni spaziali, diventa mezzo di connessione tra lo spettatore e il suo io più intimo legato al ricordo e al contatto con la natura e il suo Genius Loci.
Ognuno di noi conserva dentro sé il segreto di un incontro intimo e personale con i luoghi che ci circondano, che ci appartengono o a cui siamo appartenuti. In questa mostra possiamo ritrovare quel ricordo, quella sensazione, quel momento.
Basta guardare, annusare, ascoltare e sentire, attraverso i tre piani espositivi, rapiti dalla magia di questo splendido Chiostrino nascosto nel centro storico di Como. Possiamo vivere in prima persona questa rassegna, vivere le opere, le piante, il verde che fa parte imprescindibile dell’allestimento, o ascoltare le testimonianze raccolte tra professionisti e professori che nel catalogo e durante le due conferenze (9 e 23 ottobre), ci parleranno del Genius Loci della Provincia di Como, del suo lago, ma anche dell’aspetto filosofico di questa figura, della simbologia del bosco e dell’albero

da: Associazione Culturale Erodoto

 

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Primo giorno d’autunno | Tracce e Sentieri

Sto iniziando a smantellare l’orto, che è nella sua fase esausta.
E’, però, anche il momento dei suoi prodotti finali.
Mi aggiro per i corridoi dell’orto/giardino sperando che il Destino mi riservi ancora i piaceri del ciclo della vangatura, semina, piantumazione, crescita e raccolta

Primo giorno d’autunno | Tracce e Sentieri.

GENIUS LOCI · stare

EmoMapper: mappe geoemozionali

eEEmomapper è una sperimentazione che associa in uno stesso framework le tecnologie dell’informazione geografica e le piattaforme di comunicazione e interazione del web 2.0. il suo obiettivo è funzionare come un ambiente di relazione delle esperienze georiferite dei suoi ospiti; vuole raccogliere racconti localizzati e mettere in relazione abitanti e utenti dello spazio costituendo microcomunità fondate su comuni sensibilità o interessi spaziali. Florence Emotional Map è la prima applicazione di emomapper ed è dedicata a tutti gli abitanti/utenti dei luoghi di Firenze. I racconti georiferiti degli utenti vengono raccolti, interrelati e rappresentati attraverso la nube: una mappa emozionale che rappresenta il sensore dello stato emotivo della città. Tutti sono invitati a partecipare.

EmoMapper – feel your places.

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Leonora Cupane – Racconti poetici di luoghi interiori « Politica dei servizi sociali: ricerche in rete

RACCONTI POETICI DI LUOGHI INTERIORI
SEMINARIO DI AUTOBIOGRAFIA POETICA

Questo laboratorio parte dal presupposto che, scrivendo di sé, non sia importante soltanto che cosa si racconta, ma anche come.
Nell’infanzia, scrive Walter Benjamin, “le parole sono vive, piene, ricche, perché portano tutte traccia delle percezioni sensoriali forti del bambino, portano traccia del tatto, del colore, dell’odorato, del suono, di tutte le esperienze; la lingua del bambino è una lingua della domenica, cioè una festa”. Crescendo, la parola perde l’aderenza alle cose, al mondo, all’esperienza, e diventa più arida, perché slegata da quel piacere fisico di creare nominando: allora si opacizza, si logora, diventa automatica e vuota. Non c’è più una lingua della domenica, ma spesso una grigia lingua del lunedì mattina. Il pensiero diventa astratto e totalmente distaccato dalla fisicità che ci costituisce. Per raccontare se stessi in modo completo e non scisso, è necessario fare pratica d’una forma espressiva che permetta di recuperare quel piacere originario di gustare le parole con tutto il corpo.
Questa forma è la poesia, che ha la capacità di alimentarsi di parole vive perché nate dal ritmo del respiro, del battito del cuore, del passo, parole profondamente radicate nel corpo, che conservano le preziose qualità sensoriali della lingua allo stato nascente, capace di esprimere la totalità dell’esperienza senza scissioni; essa è uno strumento autobiografico completo, perché non separa il significato dalla forma-suono e dalla originaria matrice ritmica della parola, e permette di riunire in un unico atto narrativo il gioco creativo liberatorio e la rievocazione emotiva profonda e illuminante.
Proveremo quindi a raccontarci in forma poetica, facendo esperienza degli strumenti specifici attraverso cui la poesia può diventare una pratica autobiografica trasformativa, una forma di attenzione al linguaggio e di cura di sé e degli altri.

Lo spazio, insieme al tempo, è la dimensione costitutiva dell’esistenza. Non possiamo pensare a noi stessi senza collocarci in un luogo. Metafore comuni come “sentirsi a casa” “sentirsi spaesati” “trovare rifugio fra le braccia di qualcuno”, “stare dentro una torre d’avorio”, “avere un sogno dentro il cassetto”, “sentirsi in trincea”, sono solo alcuni esempi di come la spazialità permei il linguaggio e il pensiero. Nell’essere umano i luoghi, da concreti e materiali, diventano immaginari, simbolici: quindi, oltre ad abitarli, possiamo dire che ne siamo abitati. Conoscere i nostri luoghi/spazi interiori, avere accesso a queste immagini, significa quindi accrescere la conoscenza di noi stessi.

Il seminario è ispirato da un libro di Gaston Bachelard, “La poetica dello spazio” (Dedalo, Bari, 2006 nuova edizione) che ragiona e discorre sulla valenza evocativa, poetica e profondamente coinvolgente di alcune immagini spaziali – come la casa, la stanza, lo scrigno, il nido, il guscio- che Bachelard chiama “dello spazio felice”, il cui valore presenta ricchissime sfumature di intimità.
Durante il seminario andremo oltre: attraverso la scrittura non ci limiteremo a esplorare le immagini dello spazio felice, intimo e rassicurante, bensì ci addentreremo in una multiforme varietà di spazi, sia luminosi sia oscuri, preziosi per noi da evocare perché popolano il nostro mondo interiore. Torri e roccaforti, pozzi e miniere, soffitte e cantine, rifugi e tane, capanne e giacigli, sentieri e passaggi segreti, abissi e giardini, così come balaustre, ponti, soglie, crocevia, finestre, porte: ogni immagine spaziale che abbia una risonanza interiore profonda potrà diventare oggetto delle nostre scritture autobiografiche, rivisitazioni poetiche, immaginazioni trasformative.
Ragioneremo sui fertili intrecci fra memorie concrete di luoghi realmente esistiti e abitati, memorie fittizie di luoghi che qualcuno ci ha narrato (magari appartenenti a una memoria familiare) luoghi sognati e mitici, luoghi simbolici la cui realtà è solo interiore, spazi che ci accolgono e spazi che accogliamo in noi. La contaminazione fra memoria e immaginazione è vitale per nutrire il nostro spirito, se è vero, come dice Bachelard, che

L’immagine poetica non è l’eco di un passato ma è piuttosto il contrario: attraverso una folgorante immagine il passato lontano risuona di echi, e non si riesce a cogliere fino a quale profondità tali echi si ripercuoteranno e si estenderanno.
Le grandi immagini sono sempre allo stesso tempo ricordo e leggenda. Ogni grande immagine ha un fondo onirico insondabile, sul quale il passato personale dipinge immagini particolari.
Ogni memoria deve essere reimmaginata: nella memoria noi conserviamo microfilms che non possono essere letti se non ricevono la luce viva dell’immaginazione. Bisogna spingersi fino alle profondità dei sogni, al di là dei ricordi, in una pre –memoria.

Leggeremo anche poeti, italiani e stranieri, che si sono avvalsi d’immagini spaziali dal forte valore evocativo, cercando nelle loro parole, come in una miniera, frammenti preziosi da “scalpellare” poi dentro la nostra personale scrittura.
Il gruppo di lavoro intreccerà le voci e le immagini in un percorso di arricchimento reciproco, elaborazione creativa di nuovi testi condivisi, scoperta di altri punti di vista e apertura di nuovi spazi interiori.

Le metodologie di narrazione autobiografica e poetica che saranno utilizzate nel laboratorio attingono in parte anche alla poetry therapy (poesia-terapia) statunitense, e, opportunamente approfondite e declinate, possono costituire strumenti efficaci e preziosi per chi lavora in ambito didattico, educativo, formativo o terapeutico con qualunque tipologia di utenza: adulti, bambini, adolescenti, anziani, persone che vivono condizioni di crisi, malattia fisica e mentale, lutto, detenzione, possono trovare nella narrazione autobiografica poetica uno straordinario mezzo espressivo in grado di restituire loro una voce autentica, non vincolata rigidamente dalla logica e dal primato del concetto, generando una scrittura nuova e viva, “corporea”, profondamente radicata nella sensibilità personale.

Libera Universita’ Autobiografia – 2010-10-15 – Leonora Cupane – Racconti poetici di luoghi interiori.

Leonora Cupane – Racconti poetici di luoghi interiori « Politica dei servizi sociali: ricerche in rete.

COATESA: frazione di Nesso · GENIUS LOCI · stare

Stare. Stare a Nesso frazione Coatesa, sul Lario


STARE
1. restare, rimanere in un luogo
2. restare, trattenersi in una posizione, in un luogo, in una situazione, in una condizione psichica
3. rimanere in una determinata condizione
4. sentirsi in una data condizione fisica

8. essere, consistere

12. restare immobile, fermarsi

15. stare con: abitare, vivere con qualcuno

21. star bene: sentirsi, essere in una buona condizione fisica o morale

COATESA: frazione di Nesso · GENIUS LOCI · stare

Vorrei stare fermo. Qui, a Nesso/Coatesa c’è tutto l’universo, se vuoi vederlo

baia di coatesa · Camminare in COMO città · contare i passi · DIARIO di Amaltea · GENIUS LOCI · Gradini · Noi · pietre · stare

Camminare per 500 passi … | da Tracce e Sentieri, 2007

Dalla casa sul lago al posteggio occorre camminare per circa 500 passi (di cui 77 scalini).
Nel mese di novembre lassù il sole cala già alle 15 e alle 18 è buio pesto.

Quei passi, calcati nel buio, fanno ancor più riflettere sullo scorrere del tempo.

A metà percorso una breccia nel muro 

fa vedere il disegno della baia.

Mi piace contare i gradini e stupirmi di alcune regolarità ripetitive che un’architettura non mia ha saputo costruire da tempi più o meno memorabili.

76 sono per esempio i gradini che interrompono il sentiero della mulattiera che scende a lago.

Tra il 74 e il 75° c’è il respiro di un passo. E gli ultimi due degradano più dolcemente. Quando li ripercorro in senso contrario, al 48° c’è una breccia sul muro sassoso che delimita un pezzo di bosco privato. Sembra un invito al riposo durante la risalita, un piccolo brandello di scorcio su quella baia protetta che fa parte del mio paesaggio dell’anima.

Mi piace contare i gradini quando apro il cancello. 9 gradini e il corridoio sotto il cupolone delle viti, verdi e pesanti con i loro grappoli di un colore che muta man mano che le giornate si accorciano.

Oggi pomeriggio con Lu abbiamo riflettuto su queste parole di Silvia Montefoschi:

“Il problema fondamentale è che nella reale intersoggettività i contenuti su cui i due riflettono insieme sono contenuti che riguardano entrambi. Il punto di partenza implica il concetto che la dinamica dell’uno è uguale alla dinamica dell’altro. Tutte le dinamiche che emergono appartengono ai due e, via via riflettendo scoprono insieme che queste dinamiche appartengono a tutta l’umanità e si passa in un ambito di ricerca filosofica, in cui la dinamica umana coincide con la dinamica dell’essere.

Come si parla di intersoggettività ? non ci si può limitare a dire tu sei un soggetto non sei un oggetto, ma occorre trattare un contenuto comune, perché se ci si limita a trattare i problemi del paziente non è mica intersoggettività. In “al di là del tabù dell’incesto” dico che in gioco deve entrare anche la problematica del soggetto analista. Metterei in evidenza questo problema. Nell’intersoggettività come ne parlo io ciò che emerge è un contenuto universale”

da Intervista a Silvia Montefoschi, a cura di Tullio Tommasi


Camminare per 500 passi, il buio presto, una breccia sulla baia, il tema dell’intersoggettività, una canzone … sono eventi che stanno assieme solo se gli si dà peso ed importanza. Come quando sulla rena di una spiaggia ciottoli, alghe, legni e barattoli formano una figura che appare dotata di significato.
E’ la relazione fra gli oggetti e il soggetto che si può provare a far agire dentro di sè.

ascoltiamo John Foxx & Harold Budd, Here And Now, in Translucence, 2003

DIARIO di Amaltea · Estate · Lago · stare

Coda di Agosto

 

Dal buen ritiro alla città e dalla città al buen ritiro.
Per ricordare il giro di lago che ci ha regalato il vicino di casa e la sua vocazione per la meccanica e le barche..

Andata: da Nesso frazione Coatesa


E ritorno: da Como – per Blevio, Torno, Faggeto, Careno –  a Nesso frazione Coatesa

“Quel ramo del lago di Como …”
No … non quello: questo