Tra le innumerevoli vedute del territorio lariano, realizzate nei primi tre decenni dell’Ottocento, la mostra Paesaggio sublime. Il Lago di Como all’epoca di Giovanni Battista Sommariva. 1801-1826 ne ha selezionate 39 – acquerelli e stampe – nelle quali emerge come protagonista indiscusso il paesaggio, illustrato nelle sue diverse componenti naturali e antropiche.
A partire dalle variegate e sublimi atmosfere, il connubio fra le montagne circostanti e le quiete acque del lago, la peculiare disposizione degli abitati, delle ville (prima fra tutte Villa Sommariva in Tremezzina) e dei giardini lungo le sponde, la natura selvaggia degli orridi e delle zone rocciose sono tutti elementi caratteristici di queste vedute che contribuiscono a definire un’immagine riconoscibile del Lario.
Immagini e testi in catalogo ne indagano le origini e gli esiti, e ne restituiscono i valori di documentazione e di evocazione.
La mostra è realizzata con il patrocinio della Camera di Commercio di Como-Lecco e in collaborazione con Villa Carlotta.
Sulla facciata del Duomo di Como fanno bella mostra di sé le statue dei due Plinii, il Vecchio e il Giovane: la loro presenza potrebbe sembrare frutto di una forzatura, essendo loro pagani in mezzo a santi e simboli cristiani, ed è invece l’esito di un percorso lungo e complesso di riscoperta dell’eredità classica e di conquista della modernità culturale e comunicativa.
È un processo che coinvolge con modalità varie e a volte sorprendenti artisti, intellettuali, ecclesiastici, in molti luoghi dell’Italia e dell’Europa intera: Tommaso e Giacomo Rodari, Benedetto e Paolo Giovio, Anton Gioseffo della Torre di Rezzonico, Gianantonio Volpi, Giovan Francesco Bonomi.
La “ricerca” dei Plinii, e di Plinio il Vecchio in particolare, non è infatti solo una questione cittadina ma si riverbera anche sulla cultura rinascimentale e poi moderna nel suo complesso. I due ritratti pliniani sul Duomo sono il riflesso della consapevolezza che il ruolo di Como non è stato marginale.
Alberto Longatti (Como, 1931-2024), è stato giornalista culturale, saggista e storico; ha collaborato con NodoLibri fin dal principio, pubblicando numerosi volumi di tema storico-artistico tra cui ricordiamo Il Teatro Sociale di Como. 1813-2013, Il velario pliniano del Teatro Sociale di Como, Volta poeta.
Fabio Cani (Como, 1955) dal 1975 si occupa di comunicazione, grafica, editoria e ricerca storica. Dal 1980 insieme a Gerardo Monizza ha contribuito alla realizzazione di numerose iniziative editoriali e culturali (libri, mostre, progetti didattici). Le sue pubblicazioni sono dedicate ai temi della storia locale, con una particolare attenzione ai temi della modernità, della società e dell’immagine.
LE GUIDE DI NODOLIBRI: “IL DUOMO DI COMO”, IL 24 GIUGNO E IL 1° LUGLIO DUE SERATE ALLA SCOPERTA DELLA CATTEDRALE
In occasione della pubblicazione, ampliata e aggiornata, della guida “Il Duomo di Como”, NodoLibri organizza due eventi, in collaborazione con la Cattedrale di Como.
Appuntamento, in piazza del Duomo, sabato 24 giugno 2023 (ritrovo ore 19.45, prima parte alle 20, seconda parte alle 21) e sabato 1° luglio 2023 (ritrovo ore 19.45, prima parte alle 20, seconda parte alle 21).
Sabato 24 giugno Fabio Cani parlerà della Cappella del Crocifisso presso l’abside del transetto sinistro; Gerardo Monizza esporrà la storia e il mito della porta del fianco settentrionale, più nota come “porta della rana”. Sabato 1° luglio Fabio Cani tratterà del contesto urbanistico e del tessuto edilizio circostante; Gerardo Monizza descriverà la facciata della Cattedrale.
Gli incontri vogliono dimostrare come il Duomo cittadino – centro fisico e simbolico della città – rappresenti un inesauribile scrigno di esperienze; una fonte viva – sintesi della cultura plurisecolare del territorio – da cui attingere per inoltrarsi in percorsi che uniscono le più diverse discipline.
La guida “Il Duomo di Como” si propone come agile ma rigoroso itinerario di scoperta che riserva notevoli sorprese: storia, architettura, scultura, pittura, arti applicate, liturgia si intrecciano in molteplici modalità, che – con l’aiuto dei testi, dell’apparato iconografico e degli schemi grafici – possono essere saggiate anche sul campo.
Una storia dell’immagine a Como e di Como: dalle più antiche rappresentazioni della città e del lago alla moderna cartografia, dalle illustrazioni a stampa che accompagnano l’affermarsi del turismo di massa all’avvento della fotografia.
La ricerca si pone come primo fondamentale tentativo di catalogazione e analisi comparata dell’immenso e per lo più inedito materiale iconografico conservato in archivi pubblici e in collezioni private.
A partire da una ragionata selezione di articoli di stampa d’epoca (una visione deformante, da “specchio rotto”), si ricostruisce la quotidianità violenta di cui si nutriva il fascismo tra 1943 e 1945, scardinando ogni ricostruzione rassicurante del periodo