Il libro “Bellagio” di Monica Savaresi è pubblicato da SEM Edizioni15.
La trama si svolge nel piccolo borgo di Bellagio, noto come la “perla del Lario”. La protagonista, Isabella Caprani, sceneggiatrice di successo, torna nel paese per gestire l’eredità del padre Giovanni, appena scomparso.
Il racconto intreccia il presente di Isabella con la storia del Grand Hotel Royal Britannia, simbolo del borgo e a rischio demolizione, e con una storia d’amore ambientata durante il periodo fascista e la Seconda Guerra Mondiale tra Enrico Gandola, un giovane provinciale, e June Rivera, una ricca americana.
Il romanzo esplora temi di memoria, famiglia, passato e identità, con un forte legame con il territorio e la sua storia1.
Il libro è disponibile in prenotazione e in vendita online presso diverse librerie, come Libreria Universitaria e IBS45.
Tra le vie del piccolo borgo conosciuto come la “perla del Lario” si vocifera che Isabella Caprani, la sfuggente figlia “del Giovanni” divenuta una sceneggiatrice di successo, sia tornata per ristrutturare e vendere la casa del padre appena scomparso. Isa, che di quel posto conserva il ricordo di un’adolescenza soffocata dalla mentalità ristretta e il doloroso rapporto mai sanato con l’uomo schivo che l’ha cresciuta, vuole solo sbrigare la faccenda dell’eredità e rientrare in fretta a Roma.
Ma Bellagio è un luogo in cui il passato si rifiuta di restare sepolto, un passato che lega a doppio filo Giovanni e il maestoso Grand Hotel Royal Britannia, simbolo del borgo e ora a rischio demolizione.
Lì, all’hotel ribattezzato “Bella Italia” durante gli anni del fascismo, tra balli e ospiti internazionali, intrighi politici e tensioni belliche crescenti, riecheggia un’incredibile storia d’amore a cavallo della guerra: quella di Enrico Gandola e June Rivera. Lui provinciale e di umile famiglia, lei facoltosa americana, i due si innamorano, e la loro passione dovrà superare barriere sociali e distanze oceaniche, fino allo scoppio di un conflitto che travolgerà il mondo intero e minaccerà di separarli inesorabilmente.
Mentre Isabella fronteggia i suoi fantasmi privati e le moderne ambizioni che mettono in pericolo l’esistenza del Royal Britannia, il nastro del tempo si riavvolge quasi fosse la bobina di un film d’epoca sul vissuto di Giovanni e lo struggente destino di Enrico e June. Riuscirà Isa a salvare l’hotel insieme alle memorie che il padre ha taciuto per anni, o sarà costretta ad arrendersi e lasciare che i ricordi si perdano sulla superficie del lago fino a svanire per sempre?
Il territorio del Lago di Como, e in particolare il borgo di Bellagio, gioca un ruolo fondamentale nell’identità dei personaggi del romanzo di Monica Savaresi. Il lago e il suo paesaggio costituiscono non solo lo sfondo fisico, ma anche un luogo dell’anima e una “macchina del tempo” che connette il presente al passato.
Per Isabella Caprani, protagonista del romanzo, il Lago di Como rappresenta il luogo delle radici, del ricordo e del confronto con il proprio passato e le relazioni familiari irrisolte, in particolare con suo padre Giovanni. Il territorio incarna una memoria storica forte, legata alla vita e all’attività del padre, che si riflette nel destino del Grand Hotel Royal Britannia, simbolo del borgo e della sua storia.
Dal punto di vista della dimensione narrativa, il lago è anche il luogo in cui il passato si manifesta, dove le vicende personali e storiche di Enrico Gandola e June Rivera si intrecciano con la realtà presente. L’identità dei personaggi è profondamente connessa a questo luogo, che custodisce memorie, storie d’amore, tensioni sociali e trasformazioni, facendo da sfondo e da motore emotivo del romanzo.
Il Lago di Como assume così una funzione simbolica di custode delle memorie e delle identità, rendendo il territorio un elemento imprescindibile per comprendere la profondità e le dinamiche dei personaggi e delle loro vicende.antemp+2
Monica Savaresi, nel libro “Bellagio,” racconta la storia del Grand Hotel Royal Britannia di Bellagio intrecciando il presente con il passato.
Il romanzo segue Isabella Caprani, figlia di Giovanni, che torna a Bellagio per gestire l’eredità del padre e si confronta con il rischio di demolizione del maestoso Grand Hotel Royal Britannia, simbolo del borgo.
La narrazione riavvolge il tempo fino agli anni del fascismo, quando l’hotel era chiamato “Bella Italia” e ospitava eventi eleganti con ospiti internazionali, intrecciando la storia d’amore tra Enrico Gandola, un giovane provinciale, e June Rivera, una ricca americana.
Questo amore dovrà superare barriere sociali, distanze oceaniche e le difficoltà della Seconda Guerra Mondiale.
Il racconto mescola memoria, identità, e tensioni storiche, con il presente di Isabella che cerca di salvare l’hotel e le memorie familiari legate a quel luogo di grande valore simbolico per Bellagio.semlibri+3
Villa Melzi d’Eril è una storica villa situata a Bellagio, sul Lago di Como, progettata dall’architetto Giocondo Albertolli su commissione di Francesco Melzi d’Eril tra il 1808 e il 1810. Questa dimora, in stile neoclassico, è caratterizzata da una facciata semplice, adornata da una doppia scalinata e da elementi decorativi minimi, come le finestre che creano motivi regolari[1][2].
Storia e Architettura
Francesco Melzi d’Eril, duca di Lodi e vicepresidente della Prima Repubblica Italiana durante l’epoca napoleonica, commissionò la costruzione della villa. Gli interni furono completati nel 1813 e ospitano opere di artisti come Canova e Bossi[2]. Dopo la morte del duca nel 1816, la proprietà passò al nipote Giovanni Francesco Melzi d’Eril, il quale continuò i lavori nel giardino e completò la cappella gentilizia[2].
I Giardini
I giardini di Villa Melzi si estendono per circa 800 metri lungo la costa del lago e sono stati progettati da Luigi Canonica e dal botanico Luigi Villoresi. Il parco è noto per la sua varietà di piante esotiche e fioriture stagionali, tra cui azalee e rododendri, che offrono un’esperienza visiva unica durante i mesi primaverili[1][3]. Tra le attrazioni ci sono anche statue storiche e un laghetto giapponese[1].
Visite
La villa non è visitabile internamente, ma i giardini sono aperti al pubblico stagionalmente, generalmente da marzo a ottobre. I visitatori possono esplorare anche la cappella e un piccolo museo all’interno dell’aranciera[1][3].
Villa Melzi d’Eril rappresenta non solo un importante esempio di architettura neoclassica italiana ma anche un luogo di grande bellezza naturale e storica, rendendola una meta ideale per turisti e appassionati di storia.
Villa Serbelloni, situata a Bellagio, è una storica villa che si affaccia sul Lago di Como. Originariamente nota come Castello di Bellagio, la villa ha una storia ricca e affascinante che risale all’epoca romana. Si ritiene che il promontorio su cui sorgeva fosse sede della villa Tragedia di Plinio il Giovane, un importante personaggio romano[1][2].
Storia e Architettura
Origini Romane
La zona di Bellagio iniziò a svilupparsi durante la conquista romana del Lago di Como nel II secolo a.C. Plinio il Giovane menzionava due ville nel suo epistolario, una delle quali è identificata con quella che oggi conosciamo come Villa Serbelloni[1].
Evoluzione nel Tempo
Nel XV secolo, la villa fu ricostruita su rovine di un antico castello. Nel 1788, passò alla famiglia Serbelloni, che apportò significative modifiche e ampliamenti, inclusa la creazione di un vasto parco di 21 ettari con sentieri e giardini[2][3].
Proprietà e Trasformazioni
Nel 1907, la villa fu acquisita dal Grand Hotel Bellagio e successivamente da Ella Walker, una miliardaria americana. Dopo la sua morte, la villa fu donata alla Fondazione Rockefeller, che ne gestisce attualmente l’uso per convegni e soggiorni di studio[1][2][4].
Il Parco di Villa Serbelloni
Il parco è considerato uno dei più belli al mondo, caratterizzato da una vegetazione autoctona ed esotica. I visitatori possono esplorare i suoi vialetti immersi nella natura e godere di panorami mozzafiato sul lago[2][3]. La Fondazione Rockefeller consente al Comune di Bellagio di organizzare visite guidate per finanziare attività sociali e culturali[2].
Importanza Culturale
Villa Serbelloni ha ospitato numerosi ospiti illustri nel corso della sua storia, tra cui Leonardo da Vinci e l’Imperatore Francesco I. La sua bellezza paesaggistica ha ispirato anche scrittori come Mary Shelley, che descrisse il luogo come “impossibile da immaginare” per la sua magnificenza[1][2].
In sintesi, Villa Serbelloni non è solo un importante sito storico ma anche un simbolo della bellezza naturale del Lago di Como, attirando visitatori da tutto il mondo.