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Ghielmetti Giuseppe, con i disegni a sanguigna di Franco Belluschi, IL LARIO, casa editrice Pietro Cairoli, Como, 1967. Indice del libro

informazioni sulla “matita sanguigna”:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sanguigna?fbclid=IwAR3D2Vs58lE8BUjlnRtboi_IkXKbNVbsaKrpNWbNrraMoKIj7RihHtpdLrU

Biografie di persone · Isola Comacina · Sala Comacina

Albertina NESSI, L’isola che c’era. Un uomo. Una maledizione sul Lago di Como. Una storia vera, Dominioni editore, nuova edizione, 2021. Con una lettera inedita di Alfred Hitchcock

Isola Comacina · Lario · Sala Comacina · STORIA LOCALE E SOCIETA'

Ma già voghiam nello stretto seno fra la famosa isola Comacina …, In Giovanni Battista GIOVIO, Como e il Lario (1795), Valentina edizioni, 1999, pag, 135

Ma già voghiam nello stretto seno fra la famosa isola Comacina, e il lido, in cui avvi Sala popolosa di pescatori che molta preda fanno in quel golfo pescosissimo. … Sparsi qua e là sul monte vi sono gruppi di case a cui non manca l’appiliazion propria.

In Giovanni Battista GIOVIO, Como e il Lario (1795), Valentina edizioni, 1999, pag, 135

vai alla scheda del libro:https://coatesa.com/2021/08/31/giovanni-battista-giovio-como-e-il-lario-1795-valentina-edizioni-1999-indice-del-libro/

ARTE · Bellagio · Bellano · Berra Pietro · Brunate · Camminare fra i monti del Lago di Como · Cernobbio · COMO città · Faggeto · Giardini del lago di Como · Griante · LAGO DI COMO-LARIO: Luoghi · Lario · Lecco · Menaggio · Paesaggio del Lago di Como · Sala Comacina · Tajana Tino · Torno · Tremezzo e Tremezzina · Zelbio

Berra Pietro, COMO UN QUADRO. Viaggio tra Lario e Brianza sulle orme dei grandi artisti, con interventi di Alberto Longatti e Clemente Tajana, New Press edizioni, 2020

Colonno · Lenno · Ossuccio · Sala Comacina

Passeggiata sulla GREENWAY: da COLONNO al lido di LENNO , passando per SALA COMACINA e OSSUCCIO, dal blog filoderbacipollina.wordpress.com, febbraio 2019

Dove fiorisce il rosmarino

Una passeggiata domenicale che inizia a Colonno e termina al lido di Lenno, passando per Sala Comacina e Ossuccio, con scorci paesaggistici da favola sul meraviglioso lago di Como…

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ANIMALI · Asini · Isola Comacina · Sala Comacina

È morta l’ASINA GINA che, con Pierino Cardoni, tutte le settimane portava, passando per la strada statale, burro e formaggio a Sala Comacina, da La Provincia di Como, 16 febbraio 2018

La Gina non scende più a lago

Addio alla mascotte della Regina

Lenno · memoria · Moltrasio · Sala Comacina

Da Tremezzo a Sala Comacina lungo la “Greenway del lago di Como”, arricchito dalle note bibliografiche a cura della NodoLibri edizioni, pubblicato su SistemaComo2015 , http://www.jsc15.it/

Immagine News NodoDa Tremezzo a Sala Comacina lungo la ”Greenway”
(di Paolo Ferrario)

 
Sebbene ormai anche gli ultimi miti scampoli tardoautunnali ci abbiano abbandonato, proponiamo un interessante “diario di viaggio” scritto da Paolo Ferrario in occasione dell’itinerario guidato di ottobre lungo la cosiddetta “Greenway del lago di Como”, organizzata da Associazione Territori e NodoLibri.L’itinerario contempla anche alcune proposte di lettura da abbinare, selezionate dal catalogo NodoLibri e in promozione speciale, per l’occasione, per i lettori di JSC15.Un modo per riscoprire luoghi e paesaggi così vicini a noi ma spesso poco conosciuti nei loro aspetti storico-artistici e naturali.
In attesa delle terse giornate invernali.

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Camminare in COMO città · LAGO DI COMO-LARIO: Luoghi · Lecco · Sala Comacina · Varenna

Giro del lago di Como a piedi: Sette giorni di marcia lungo le sponde: Como-Sala Comacina-Dongo- Colico-Varenna-Lecco-Bellagio-Como, da La Provincia 8 novembre 2014

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BATTELLI e Corriere · Cani Fabio · Lenno · Ossuccio · Sala Comacina · Terrazzamenti · Tremezzo e Tremezzina

Da Tremezzo a Sala Comacina lungo la Greenway, domenica 19 ottobre 2014

Domenica 19 ottobre abbiamo imparato che i luoghi assumono una intensità diversa se vengono visitati con l’intenzione di “leggerli” dal punto di vista storico oltre che paesaggistico.

A rendere possibile questo obiettivo è l’accompagnamento dello storico Fabio Cani, il cui lavoro di analitico studio documentale gli permette di fornirci informazioni a cavallo di diversi secoli di storia locale ed europea.

Partenza da Piazza Cavour attorno alle 9 in aliscafo all’interno di un gruppo che, pur nella sua eterogeneità, condivide interesse e voglia di conoscere. L’utilizzo dell’aliscafo consente inoltre una vista complessiva delle sponde del lago, poiché i diversi “passaggi acquei” vengono attraversati velocemente.

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Arriviamo allo scalo di Tremezzo attorno alle 10 e 30 e, prima dell’inizio della camminata, ci viene sottolineata la riflessione che è solo da pochi decenni che le rive del nostro lago vengono  percorse con l’automobile.

Per lungo tempo infatti la vera “autostrada” è stata il lago stesso e gli abitanti lacustri erano ben abituati a percorrenze “ad U”, con partenza da un punto del lago, penetrazione dell’entroterra e ritorno da un diverso punto d’approdo. Questo permetteva di fare esperienza della straordinaria doppiezza dei nostri luoghi, costituita dalla profonda integrazione fra la linea dell’acqua e la ripida pendenza dei monti.

La giornata è bellissima. Sole, caldo e cielo terso costituiscono uno scenario abbastanza insolito per essere a ottobre avanzato. Il percorso inizia con una ripida erta lungo i tipici sentieri acciottolati che talvolta dividono in due giardini e orti delle case. Lungo la salita sono distribuiti qua e là archi di pietra che collegano i vari appezzamenti.

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L’arrampicata è impervia, ma il risultato ne vale la pena: al cospetto della torre medievale di Rogaro è possibile rimirare una stupenda visione del lago.

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Giunti a mezza costa il cammino è più rilassato e tranquillo e ci porta abbastanza rapidamente alla frazione di Bonzanigo, dove di fronte al palazzo Rosati apprendiamo che questi luoghi sono stati tutt’altro che isolati e chiusi, visto che i loro abitatori intrattenevano intensi collegamenti commerciali e artistici con le regioni del Nord Europa.

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Attraversiamo questo straordinario borgo che alterna agglomerati di case addossate l’un l’altra ad archi di pietra affacciati sul panorama delle montagne che contornano il lago. Visita della chiesa di Sant’Abbondio con breve relazione di Fabio Cani sugli aspetti storici e artistici e rapida escursione nel vicino cimitero.

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L’incantevole caratteristica di questo luogo è il paesaggio dolcemente digradante in cui spiccano ampi terrazzamenti di centinaia di ulivi e cipressi.

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Attorno alle 13 giungiamo all’imbarcadero di Lenno.

Qui è il lungolago ad imporsi grazie alla spaziosa curvatura verso il promontorio di Villa Balbianello.

Nella piazza ascoltiamo la descrizione dell’architettura romanica del Battistero e, con un notevole balzo in avanti del tempo, la storia più recente rappresentata dal monumento di caduti che si erge a pochi metri dalla chiesa di Santo Stefano.

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E’ davvero bella la possibilità di camminare in viottoli paralleli al percorso delle automobili. Appare alla nostra vista la villa Balbiano, stupenda anche nella veduta retrostante, il cui giardino nulla ha da invidiare a quello ben più famoso di Versailles.

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Breve sosta davanti alla chiesa di Sant’Eufemia e poi imbocchiamo il sentiero che passando davanti a Villa Monastero ci porterà verso Ossuccio, la cui principale attrattiva è la chiesa di Santa Maria Maddalena, dove ci viene ricordata la sua collocazione vicino a un antico “hospitium”. Il luogo è di profonda suggestione dovuta anche alla prospettiva sull’isola Comacina. Da qui l’ultimo tratto di strada previsto dalla gita ci conduce a Spurano dove, a strapiombo sul lago sorge la chiesa di San Giacomo e Filippo.

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Termina qui il nostro “cammino nella conoscenza”.

Alcuni torneranno a Como in corriera e altri in aliscafo, con la netta percezione di avere trascorso una giornata indimenticabile.

PERSONE e DESTINI · Sala Comacina · Vicini di casa

antropologia dell’odio sul Lario: “qui in paese, ormai, sono tutti schierati contro di me, incattiviti, decisi a cacciarmi. Ho subito minacce, atti vandalici. Ora ho paura”; “Se fossero state prese le doverose precauzioni da parte del padrone, un presupposto che nulla ha a che vedere con l’amore per gli animali, la piccola Ilend sarebbe ancora viva”

capisco molto quest’uomo

spesso ho subito e patito la malevolenza che gli abitanti di questi luoghi sanno (in certi casi) esprimere: lettere anonime minatorie, parole di odio, malevolenza, giudizi pesanti alle spalle …

Uno ho anche dovuto denunciarlo ai carabinieri: “lei non sa cosa gli succederà” mi aveva detto.

Faccio i miei auguri all’uomo che ha salvato un cane dalla camorra napoletana.

P.F.

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Sala Comacina. Parla il padrone del cane:

Ma qui in paese, ormai, sono tutti schierati contro di me, incattiviti, decisi a cacciarmi. Ho subito minacce,  atti vandalici. Ora ho paura che qualcuno mi avveleni i cani, che io cresco come figli.

Parla il padrone del cane killer «Mi dispiace, tutti contro di me» – Homepage – La Provincia di Como – Notizie di Como e Provincia

per completezza informativa, qui sotto c’è la testimonianza della signora che ha subìto un dolore inaspettato:

scrive Liza Maria B., la padroncina di Ilend, morta a seguito delle gravi ferite inferte da Betty, l’esemplare di pastore tedesco di proprietà di Simone P.
Con una lettera auspica che l’episodio non rimanga circoscritto a un semplice scambio di parole, ma assuma valenza nella regolamentazione dei rapporti tra uomo e animali domestici.
«Non ho mai sostenuto, né pensato che il signor P. non abbia a riservare amore nei confronti degli animali – scrive Liza – ma il padrone di un cane, come un genitore, ha precise responsabilità e deve comportarsi di conseguenza ogni qual volta esce di casa con i cani al seguito. Escludo che in paese ci siano complotti nei suoi confronti, il risentimento delle persone è solo dovuto al fatto che il cane ha dei problemi e si dovrebbe riservare la dovuta attenzione.
«Non sto a descrivere il dolore che ho provato nel portare la cagnolina dal veterinario – continua la lettera – nell’attendere il responso del tentativo di operazione e nel procedere alla successiva cremazione. Per questo e non per altro non ho risposto ai messaggi che mi sono stati inviati tramite telefonino dal proprietario del cane aggressore.
«Tengo però a precisare – continua la proprietaria della cagnolina – che la zona dove è avvenuto l’episodio è molto frequentata dalla gente del paese in quanto si trova poco a monte del borgo, un luogo dove ci sono case e cascine, animali e persone. Non adatta per far correre animali riconosciuti pericolosi senza museruola.
«Se fossero state prese le doverose precauzioni da parte del padrone, un presupposto che nulla ha a che vedere con l’amore per gli animali, la piccola Ilend sarebbe ancora viva. Spero che quanto accaduto valga a evitare qualcosa di ben più grave». (da La Provincia del 6/4/13)