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Il Rogolone è una delle querce più imponenti e longeve d’Italia, situata su un pianoro nel comune di Grandola ed Uniti, in provincia di Como, a circa 479-509 metri di altitudine, poco distante dal Lago di Como125. Si tratta di un esemplare monumentale di rovere (Quercus petraea), noto anche con il nome dialettale di “Rugulon”.
Il Rogolone è stato riconosciuto come Monumento Nazionale già nel 1928 e dal 2001 è diventato simbolo del Museo Etnografico e Naturalistico della Val Sanagra, ospitato nella vicina Villa Camozzi15. L’albero è di proprietà dell’associazione Italia Nostra, che ne cura la tutela.
Attorno al Rogolone sono fiorite leggende e credenze: per secoli si è pensato che fosse molto più antico, e la tradizione lo lega a raduni di anziani per la definizione dei confini (1530) e a riti pagani primaverili. Tuttavia, indagini scientifiche hanno stabilito che l’attuale albero risale al XVIII secolo145.
Accanto al Rogolone cresce il “Rogolino” (detto anche “Rugulin”), una quercia monumentale più giovane, germinata intorno al 1820, con una circonferenza di quasi 4,5 metri. I due alberi, con i loro rami intrecciati, creano un’atmosfera suggestiva e sono meta di escursioni naturalistiche145.
Il Rogolone si trova in una radura della frazione Velzo, vicino alla località “Bosco Impero”. Nei dintorni si possono visitare:
Il Rogolone è meta di veri e propri “pellegrinaggi” naturalistici, celebrato anche in feste e iniziative culturali locali. La sua imponenza e la sua storia lo rendono un vero e proprio simbolo del territorio della Val Sanagra e del Lago di Como45.
“Si resta davvero senza parole nel vederlo. A completare il fiabesco scorcio vi è poi il Rogolino, la rovere sorella del 1820, anch’essa monumentale con quasi 4,5 metri di circonferenza. I due meravigliosi alberi sembrano tenersi per mano con il loro incrociarsi di rami.”4
In sintesi: Il Rogolone è una delle querce più grandi e affascinanti d’Europa, facilmente raggiungibile con una passeggiata tra natura, storia e tradizioni del Lago di Como1245.
vedi:


le linee di condotta indicate da Maria Mimmo della direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
rileggi in:

L’associazione do.co.mo.mo Italia (Documentazione e Conservazione del Movimento Moderno) tutela gli edifici e i complessi urbani del Novecento, promuovendo la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico moderno.
Fondata nel 1990 e costituita formalmente come associazione culturale nel 1995, do.co.mo.mo Italia si occupa di sensibilizzare istituzioni, professionisti e cittadini sull’importanza di preservare l’architettura del XX secolo, spesso a rischio per obsolescenza e trasformazioni non adeguatamente progettate125.
Riguardo al progetto del nuovo Stadio di Como, do.co.mo.mo Italia ha espresso giudizi critici, ritenendo dannoso il progetto per il patrimonio architettonico e paesaggistico della città.
L’associazione sottolinea come interventi non rispettosi del contesto e delle architetture esistenti possano compromettere il valore storico e culturale del territorio, in linea con la sua missione di tutela e conservazione del patrimonio del ‘90015.
In sintesi, do.co.mo.mo Italia si oppone al progetto del nuovo Stadio di Como perché lo considera lesivo per il patrimonio architettonico moderno della città, coerentemente con il suo ruolo di difesa e valorizzazione delle architetture del Novecento15.
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