Resiste una petunia al freddo intenso
col suo colore viola, di velluto.
Le Foglie sono spente, ma resiste,
piccola eco della morta estate

Resiste una petunia al freddo intenso
col suo colore viola, di velluto.
Le Foglie sono spente, ma resiste,
piccola eco della morta estate

Il libro “In un lago infinite promesse. I poeti di Europa in versi e il Lago di Como” a cura di Laura Garavaglia, edito da Europa Versi (La Casa della Poesia di Como), 2025, è un’antologia di poesie che raccoglie testi di poeti italiani e stranieri partecipanti al Festival Internazionale di poesia “Europa in versi”.
Questa seconda edizione, arricchita di nuovi testi, celebra il Lago di Como come fonte di ispirazione poetica, con poesie nate dall’esperienza condivisa del festival e dalla scoperta del paesaggio lariano. Il volume offre un dialogo poetico tra culture diverse e un omaggio alla bellezza e al significato evocativo del lago, completato da fotografie di paesaggi realizzate da fotografi amatoriali locali.
Laura Garavaglia è presidente de La Casa della Poesia di Como e direttrice artistica del festival.ciaocomo+2

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| IL SENTIERO DEI MUTAMENTI Il Grumello si fa teatro: un percorso tra parole, musica e metamorfosi progetto ideato e diretto da Mario Bianchi Domenica 27 luglio 2025, ore 18.15, Serra del Grumello Como, 23 luglio 2025 – Domenica 27 luglio, alle ore 18.15, il Giardino del Grumello si trasformerà in un palcoscenico naturale grazie a “Il sentiero dei mutamenti”, un progetto teatrale ideato e diretto da Mario Bianchi. Il parco storico botanico, luogo di trasformazioni lente e repentine, si fa teatro e metafora, diventando cornice e ispirazione per un percorso narrativo incentrato sul tema del cambiamento. Un viaggio nei mutamenti dell’animo umano, raccontati attraverso le parole di grandi autori del passato: da Ovidio a Sofocle, da Virgilio a Manzoni e Pirandello. L’iniziativa si inserisce nel solco delle creazioni firmate negli anni da Mario Bianchi, regista e critico comasco, ed è profondamente legata all’esperienza del Teatro Città Murata, di cui conserva lo spirito di ricerca e la vocazione alla narrazione itinerante. Con lui, protagonisti di questa nuova avventura saranno Giuseppe Adduci (oggi alla guida di Teatro Gruppo Popolare), Stefano Andreoli, Marco Continanza – eredi del TCM – e Giambattista Galli, musicista e artista da sempre vicino alle contaminazioni tra linguaggi. Il pubblico, guidato da un misterioso viaggiatore, sarà condotto lungo un suggestivo sentiero tra natura e teatro, scandito da tre tappe. Tre racconti, tre momenti di trasformazione, in cui Incantamento, Amore e Pentimento entrano nel cuore degli esseri umani, modificandone l’indole e il destino. Il primo atto si terrà presso la Serra del Grumello, con la voce narrante di Giuseppe Adduci e le musiche originali di Giambattista Galli, frontman dei Sulutumana. A seguire, nella più raccolta Serretta, spazio alla narrazione curata da Mario Bianchi, con l’attore Massimo Giordani. Il percorso si concluderà tra i pini affacciati sul lago, con Marco Continanza interprete di un testo firmato da Stefano Andreoli. Un’esperienza immersiva e poetica, che intreccia paesaggio, parola e memoria teatrale, per raccontare – attraverso il cammino – le metamorfosi che ci abitano. Una produzione Teatro in-folio. Appuntamento per un pubblico adulto. Partecipazione euro 10 con prenotazione necessaria. Accesso pedonale al parco, Parcheggio Serra del Grumello, con accesso da via Bignanico Attivo nel parco il Ristoro del Grumello a cura di Pris Food&events Ufficio Stampa Associazione Villa del Grumello Manzoni 22 – Camilla Palma |
Ecco un elenco di poesie che hanno per tema l’acqua di lago, tratte dalle fonti trovate e particolarmente significative:
In sintesi, molte poesie celebrano l’acqua di lago come elemento di quiete, riflessione, vita e trasformazione, spesso descrivendone i riflessi, i movimenti dolci o ondeggianti, e l’atmosfera naturale che crea. Tra gli autori italiani e stranieri più noti che hanno scritto sul tema del lago vi sono Roberto Piumini, Umberto Saba, Vittorio Sereni e Federico Garcia Lorca (sull’acqua in generale con riferimenti poetici al paesaggio d’acqua)235.
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Le poesie italiane più famose che descrivono l’acqua di lago e il suo fascino appartengono a diversi autori, che ne hanno colto la bellezza, la pace, ma anche le sfumature simboliche e emotive. Ecco alcune tra le più rappresentative:
| Poeta | Poesia o estratto | Tematica e descrizione dell’acqua di lago |
|---|---|---|
| Alessandro Manzoni | I Promessi Sposi (incipit) | Celebre descrizione iniziale del Lago di Como, che introduce uno scenario naturale e storico ricco di fascino e tranquillità1. |
| Vittorio Sereni | Versi sul lago | Ritrae il lago che si ritira, con immagini di remi infranti e reti strappate, trasmettendo un’atmosfera sospesa fra malinconia e luce estiva12. |
| Umberto Saba | “Piccolo lago in mezzo ai monti” | L’acqua del lago è uno specchio calmo che riflette il tramonto, esprimendo serenità e introspezione1. |
| Gabriele D’Annunzio | “Sul lago di Nemi” (Elegie romane) | Poesia simbolista che evoca il fascino misterioso e sensuale delle acque lacustri, con un’atmosfera evocativa e decadente6. |
| Giuseppe Ungaretti | Versi sul nuoto “in un lago infinite promesse” | Immagini di speranza e promessa racchiuse nella calma e profondità dell’acqua di lago1. |
| Girolamo Comi | “Intraducibili sono i tuoi splendori” | Il lago è celebrato per i suoi splendidi riflessi, in un versante simbolista e decadente6. |
| Federico Garcia Lorca (spagnolo ma molto tradotto e apprezzato in Italia) | “Mattino” | Anche se non specifico per il lago, celebra l’acqua come “linfa profonda” che spande armonia, evocando paesaggi d’acqua simili a quelli lacustri4. |
Queste poesie mostrano come il lago venga descritto con immagini ricche di colori, riflessi, silenzi, e talvolta di inquietudine o nostalgia. La sua acqua calma, specchio e vita, ispira poetiche meditazioni sul tempo, l’amore, la natura e la memoria126.
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I poeti hanno rappresentato le emozioni legate ai laghi spesso attraverso una profonda connessione tra natura e interiorità, mettendo in luce come il paesaggio lacustre diventi specchio dell’anima e fonte di ispirazione spirituale e sentimentale.
In sintesi, i laghi nella poesia rappresentano un luogo di contatto tra natura e anima, dove si riflettono emozioni di gioia, pace, malinconia, attesa e ispirazione; l’acqua di lago diventa metafora del fluire della vita, della memoria e di stati d’animo complessi, sempre mediati dalla trasformazione luminosa e mutevole del paesaggio.
Questa rappresentazione è particolarmente forte e diffusa nella tradizione romantica e nella poesia contemporanea che coltiva l’intimità del rapporto tra uomo e natura lacustre come fonte inesauribile di stimolo emotivo e riflessivo.
Sì certo che fa male quando scoppiano i boccioli.
Cosa esiterebbe a fare la primavera, altrimenti ?
Perchè tutta la nostra nostalgia ardente verrebbe
intrappolata nel gelo del pallore amaro ?
Cos’era il bocciolo se non questo involucro, tutto l’inverno ?
Cos’era questa cosa nuova, che divora e esplode ?
Sì certo che fa male quando scoppiano i boccioli
una fitta a ciò che cresce
e a ciò che si conclude





dal libro:
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“Il gatto è un animale che è riuscito a domare l’uomo.
Non è l’uomo che ha domato il gatto, ma il contrario.
Il gatto ha scelto di vivere con l’uomo, ma a modo suo.
Il gatto è un animale che non ha rinunciato alla sua libertà, che non ha rinunciato alla sua solitudine.
Eppure il gatto è capace di amare.
Ama con una passione quasi umana.
Ama con un’intensità quasi dolorosa.
Il gatto ama con tutto il suo corpo, con tutta la sua anima.
Il gatto ama senza condizioni, senza riserve.
E quando il gatto ama, è come se l’intero universo si fermasse.
È come se il tempo si fermasse.
È come se la realtà si fermasse.
Il gatto ama con una purezza quasi divina.
E io, che sono stato amato da un gatto, so di essere stato amato davvero.
So di essere stato amato senza condizioni, senza riserve.
So di essere stato amato con una passione quasi umana, con un’intensità quasi dolorosa.
E per questo amo i gatti.
Amo la sua indipendenza,
la sua libertà,
la sua solitudine.
Amo la sua capacità di amare senza condizioni, senza riserve.
Amo la sua purezza, la sua innocenza, la sua divinità.”
Luis Borges

scheda dell’editore:
Vecchie immagini consumate dal tempo, nuove fotografie digitali, disegni: le visioni di Giuseppe Pagano dialogano con la poesia di Mauro Fogliaresi.
Un gioco di sponde tra percorsi che ora si intrecciano, ora si dividono, sullo sfondo del lago di Como che ha visto i due autori nascere e crescere, accomunati dalla passione per le sue atmosfere invernali, i suoi riflessi, i suoi messaggi – a volte discreti – da scoprire.
E la sua luna.
Le ventinove immagini di Giuseppe Pagano e le trentasei poesie di Mauro Fogliaresi si confrontano tra le pagine di questo libro, creando un sogno sospeso a mezz’aria.
Il lago di Fogliaresi e Pagano appartiene a un panorama in bianco e nero, non visibile a uno sguardo comune.
Un dialogo artistico, quello tra fotografo e poeta, che non mostra i luoghi specifici di un territorio, ma gli indizi di un paesaggio interiore, destinato, forse, a non rivelarsi mai.
Mauro Fogliaresi, nato a Como nel 1955, è poeta, scrittore, giornalista, operatore culturale, ex libraio, tiene laboratori di “scrittura zen” presso comunità di malati psichici e scuole elementari. Ha pubblicato numerosi volumi di poesia, tra cui Il comizio degli ombrelli, Vigilie, Ghiaccioli e venti lire, 6 agosto 1945, Valzer d’autunno, Il cerchio di un addio, La vita nonostante, Dizionario dei luoghi non comuni, antologia poetica sul mondo del disagio.
Giuseppe Pagano, nato a Como nel 1962, è autore fotografico. Ha esposto in mostre personali e collettive. Ha pubblicato i libri Giacometti, Deus Absconditus, Montespluga.

scheda dell’editore:
Da Basho al Novecento, Leonardo Vittorio Arena cura una selezione colma di suggestioni che conduce il lettore in un viaggio attraverso i secoli, alla scoperta dei migliori haiku mai composti dai grandi maestri giapponesi. Semplicità e naturalezza elevate a sublime forma d’arte, gli haiku sgorgano in realtà da una severa disciplina creativa e attraverso questo dualismo condensano in sé lo spirito del Giappone. Il minimalismo della loro struttura allude, con grazia spontanea solo apparente, a un’ineffabilità misteriosa, indistinta, capace di esercitare – anche sulla razionalità occidentale – il fascino sottile di ciò che si percepisce affine e al tempo stesso inafferrabile.

