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AUDIO
vai ai libri di Fabio Cani pubblicati da NodoLibri:
http://www.nodolibri.it/autore.php?aid=17







vedi la scheda del volume 2
INCONTRI DELL’UNIVERSITÀ POPOLARE
Istituto Carducci, viale Cavallotti 7, ore 15.30, ingresso libero

Inizia il ciclo Bellezze al Lario. Ville sul lago di Como: storie, architetture, personaggi. Fabio Cani illustrerà la Villa Pliniana di Torno, impareggiabile punto di sintesi tra vicende storiche, fascino paesaggistico e qualità artistica
Ribloggato da XXCO – L’architettura del XX secolo in provincia di Como:
056
Nella cultura architettonica del Novecento comasco, il grattacielo è un grande assente. Ripetutamente proposti in diversi luoghi del capoluogo e della provincia, gli edifici di molti piani sono sempre stati evitati, quasi sempre per ragioni paesaggistiche. Succede così che il soprannome di “grattacielo” sia stabilmente associato a una casa di nove piani, forse più per la sua apparente somiglianza con ben più alti modelli.
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Sorgente: Newsletter NodoLibri 05/02 – pamalteo@gmail.com – Gmail
Alla fine del XIX secolo, la città di Como pensò di celebrare il centenario dell’invenzione della pila e il suo ideatore Alessandro Volta con una grande esposizione, in linea con quelle che, ormai da qualche decennio, si tenevano nelle maggiori città d’Europa.Fin dal 1896 si mise mano alla progettazione dei padiglioni, per i quali dopo una fase di studio (che comprende anche una proposta messa a punto dall’architetto milanese Luigi Broggi e dall’ingegnere comasco Enrico Rossetti) si affidò l’incarico all’ingegnere comasco Eugenio Linati, che venne designato anche a presidente della commissione tecnica dell’esposizione. Il progetto si componeva di un articolato sistema di padiglioni tutti collegati e introdotti da una monumentale fronte rivolta alla città, che fonde irrituali citazioni dello stile impero con due grandi torri in forma di “pila voltiana” agli estremi (in una di queste era collocata una delle principali attrazioni dell’esposizione: un ascensore che conduceva alla terrazza da cui si godeva un panorama mozzafiato).
tutta la scheda qui
Sorgente: XXCO_000: l’Esposizione Voltiana

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Federico Frigerio (Milano 1873 – Como 1959) è uno dei grandi protagonisti intellettuali del Novecento comasco. Certamente, il fatto di aver perseguito durante tutta la sua carriera una convinta adesione allatradizione architettonica lombarda non ha giovato alla sua fama in tempi recenti: in un certo senso, egli sembra trovarsi “dal lato sbagliato” della storia, al servizio della “conservazione” piuttosto che del rinnovamento proposto dal Movimento Moderno. La sua lunga esperienza professionale si svolge certamente sotto il segno della tradizione, ma non in maniera acritica; anzi, della tradizione fu un attento indagatore ed esegeta. Così come egli non fu mai chiuso alle innovazioni né tanto meno al rinnovamento del linguaggio e della tecnica dell’architettura, dall’introduzione del cemento armato alle proposte stilistiche della scena mitteleuropea.
Per queste ragioni la rivisitazione critica della sua vicenda professionale e l’approfondimento delle sue numerose opere (in gran parte poco note) apportano numerosi motivi di interesse a una ricostruzione complessiva del Novecento comasco.
Presentazione
(di Stefano Della Torre)
1.
Una città tra due secoli. Lo sfondo dell’opera di Federico Frigerio
2.
Il dono di gustare le cose belle. Per una biografia di Federico Frigerio
3.
Le opere principali
4.
Regesto delle opere
Indice dei nomi
Indice dei luoghi
Fabio Cani (Como, 1955) da molti anni si occupa di storia della città di Como e del suo territorio, con una particolare attenzione ai temi della modernità e dell’immagine.
È autore di numerose pubblicazioni su questi argomenti.
Sorgente: Federico Frigerio architetto – Fabio Cani – NodoLibri – Libro NodoLibri Editore
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3 GIUGNO: Il Libro di Lettere di Girolamo Borsieri
Presentazione del volume Mercoledì 3 giugno alle 18, in Biblioteca, presentazione del volume di Paolo Vanoli.
Intervengono, oltre all’autore, Fabio Cani e Stefano Della Torre
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Il cosiddetto ‘epistolario’ manoscritto di Girolamo Borsieri è la fonte privilegiata per accostarci dall’interno a uno dei momenti più entusiasmanti dell’arte lombarda di età moderna, il primo Seicento dominato da pittori del calibro di Cerano, Procaccini e Morazzone.
Da queste lettere l’erudito comasco Borsieri emerge come uno dei protagonisti della scena artistica milanese nei decenni che precedono la terribile peste ‘manzoniana’ del 1630: alla sua competenza di conoscitore si affidano amatori d’arte e collezionisti, a partire dal fondatore dell’Ambrosiana, il cardinale Federico Borromeo, mentre il più celebre poeta di quegli anni, Giovan Battista Marino, si rivolge a lui per procurarsi i disegni dei pittori lombardi da celebrare nei versi della Galeria. Altrettanto vasta è la fama dell’erudizione antiquaria di Borsieri, una componente fondante della sua attività e del suo modo di giudicare le opere d’arte, antiche e moderne, come testimoniano decine di lettere finora trascurate, tra le quali alcune indirizzate a Mark Welser, una delle massime autorità dell’epigrafia europea di primo Seicento.
Obiettivo del volume è fornire una lettura aggiornata della figura di Borsieri e un approccio più consapevole ai manoscritti dell’ ‘epistolario’, fino ad oggi utilizzati negli studi storico-artistici come una fonte neutra, di prima mano, senza porsi fino in fondo il problema del loro statuto e delle intenzioni che presiedono alla loro compilazione: quelle di un ‘libro di lettere’ destinato alla pubblicazione e concepito anche come un’autobiografia intellettuale. Accanto all’analisi dell’‘epistolario’ e al commento di un centinaio di lettere di argomento letterario, artistico e antiquario, il libro dà conto anche della produzione poetica di Borsieri legata alle arti e ricostruisce il suo profilo di conoscitore, mettendone in rilievo i rapporti con il mondo dei collezionisti, degli antiquari e dei letterati lombardi.
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Ordine degli Ingegneri, via Volta 62, ore 15.30, ingresso libero
Inizia oggi il ciclo La Funicolare di Como Brunate, 120 anni di storia e passioni. Era il 1894 e i trasporti non erano certo quelli di oggi; la realizzazione della funicolare fu un’impresa molto coraggiosa che presupponeva una grande visione da parte degli uomini che vollero realizzarla.
Fabio Cani e Antonio Marino sono i conduttori dell’incontro di questo pomeriggio, La Funicolare al tempo del decoro e dell’orgoglio: personaggi, ingegneri, polemiche e novità
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MEMORIA DUOMO (NodoLibri, 1993) Nella storia della città di Como, il Duomo appare quale centro fisico e simbolico: somma della storia religiosa, della vita civile, delle passioni e dell’arte comacina. Un capolavoro che si può guardare con occhi sempre nuovi.
Questo video, che avvicina immagini e musica, esplora la Cattedrale comasca, presentandone prospettive sconosciute e cogliendone le atmosfere più suggestive.
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