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Palazzo Negretti, a Como, in Via Vittorio Emanuele, già di proprietà dei conti Archinti. 1924-1926, arch. Giuseppe Antonelli

scheda storica alla pagine 94 del volume 1 di:

cerca anche in: https://xxcoecoinformazioni.wordpress.com/

Il Palazzo Negretti è un elemento significativo nella storia di Como, non solo per la sua architettura, ma anche per il ruolo che ha svolto nella vita sociale della città.

Origini e Funzioni Storiche

  • Servizi Sociali: Fino al 2015, Palazzo Negretti ospitava servizi per la salute mentale, tra cui un centro psicosociale diurno. Questa funzione lo ha reso un punto di riferimento per molte persone nella comunità, contribuendo al supporto di individui fragili e alle loro famiglie24.
  • Appartamenti: L’edificio non era solo un centro di servizi, ma anche una residenza per inquilini, il che lo integrava ulteriormente nella vita quotidiana della città. La sua chiusura ha lasciato un vuoto significativo, sia dal punto di vista sociale che architettonico24.

Stato Attuale e Rischio di Degrado

  • Abbandono: Da sette anni, Palazzo Negretti è chiuso e in stato di abbandono. Questo ha suscitato preoccupazione tra i cittadini, che hanno affisso volantini sulla facciata chiedendo il recupero dell’edificio e sottolineando la sua importanza storica24.
  • Valorizzazione Futuro: Attualmente, il destino del palazzo è legato alle decisioni della Regione Lombardia riguardo alla riforma sanitaria. L’ASST Lariana ha espresso l’intenzione di adeguarsi a queste nuove linee guida, ma il futuro dell’immobile resta incerto42.

Impatto Culturale

Palazzo Negretti rappresenta non solo un esempio di architettura storica a Como, ma anche un simbolo delle trasformazioni sociali e culturali che la città ha vissuto nel corso degli anni. La sua chiusura e il conseguente degrado sollevano interrogativi sulla conservazione del patrimonio storico e sull’importanza di edifici che hanno avuto un impatto diretto sulla comunità locale.

  1. https://www.laprovinciadicomo.it/stories/como-citta/palazzo-negretti-abbandonato-volantini-di-protesta-sulla-facciata_1410511_11/
  2. https://comozero.it/attualita/salvate-palazzo-negretti-via-vittorio-emanuele-como/
  3. Le origini del Palazzo Negretti a Como risalgono alla fine del XIX secolo, un periodo di grande sviluppo urbano e architettonico per la città. Sebbene non ci siano informazioni dettagliate sulle specifiche circostanze della sua costruzione, è chiaro che l’edificio è stato progettato in un contesto di crescita e modernizzazione.

Contesto Storico

  • Sviluppo Urbano: Durante il XIX secolo, Como stava vivendo un’importante trasformazione, con la costruzione di nuovi edifici pubblici e privati che riflettevano le tendenze architettoniche dell’epoca. Palazzo Negretti si inserisce in questo contesto di rinnovamento.
  • Funzioni Sociali: Inizialmente, il palazzo ha avuto diverse funzioni, tra cui quella di ospitare servizi per la salute mentale. Questa evoluzione ha contribuito a farlo diventare un punto di riferimento nella comunità locale.

Architettura e Design

  • Stile Eclettico: L’architettura del Palazzo Negretti è caratterizzata da uno stile eclettico, che combina elementi neoclassici con dettagli decorativi tipici dell’epoca. Questo riflette le influenze artistiche e culturali del tempo.
  • Materiali e Costruzione: L’edificio è realizzato principalmente in muratura di mattoni, un materiale tradizionale utilizzato per garantire durabilità e resistenza.

In sintesi, Palazzo Negretti rappresenta un’importante testimonianza della storia architettonica e sociale di Como, evidenziando le trasformazioni avvenute nella città durante il XIX secolo. La sua chiusura e il successivo stato di degrado hanno suscitato preoccupazioni per la conservazione di questo patrimonio storico.

  1. https://comozero.it/attualita/salvate-palazzo-negretti-via-vittorio-emanuele-como/
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Edificio della Società Bancaria Italiana, ora sede delle Poste Italiane, progettato dall’ arch. Federico Frigerio e dall’ ing. Luigi Catelli, 1908-1910. In Via Vittorio Emanuele, angolo via Perti

L’edificio che ospita la sede delle Poste Italiane a Como, situato in Via Vittorio Emanuele all’angolo con via Perti, è stato progettato dall’architetto Federico Frigerio e dall’ingegnere Luigi Catelli tra il 1908 e il 1910.

Inizialmente era destinato a essere la sede della Società Bancaria Italiana.

Informazioni sull’Edificio:

  • Progettisti: Federico Frigerio (architetto) e Luigi Catelli (ingegnere).
  • Anno di Costruzione: 1908-1910.
  • Ubicazione: Via Vittorio Emanuele, angolo via Perti, Como.
  • Destinazione Originale: Sede della Società Bancaria Italiana.
  • Destinazione Attuale: Sede delle Poste Italiane.
  • schede informative:

pagina 333 del libro:

pagina 33 del volume 1 di:

  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Poste_Italiane
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L’edificio con i portici in Via Maestri Comacini, fra il Teatro Sociale e la Via Vittorio Emanuele, a Como

scheda storica alle pagine 319-320 del libro:

Qui sorgeva la chiesa di S. Stefano e la Fabbrica del Duomo.

Nel 1789 la chiesa venne rasa al suolo per l’edificazione dei portici, su progetto dell’ing. Leopoldo Rospini.

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Appunti su: La Via Vittorio Emanuele II a Como

La Via Vittorio Emanuele II a Como è una delle strade principali e storiche della città, caratterizzata da un mix di architettura, negozi e attività commerciali. Ecco alcuni aspetti salienti:

Caratteristiche della Via Vittorio Emanuele II

  • Posizione: La via si estende nel centro storico di Como, collegando diverse aree significative della città.
  • Architettura: Lungo la via si possono ammirare edifici storici e architettonici, tra cui il Palazzo del Municipio situato al numero 97, che rappresenta un esempio di architettura per la residenza e i servizi[6].
  • Attività commerciali: La via ospita numerosi negozi, ristoranti e uffici, rendendola un punto di riferimento per residenti e turisti. Ad esempio, al numero 99 si trova un ufficio postale[1].

Importanza culturale

La Via Vittorio Emanuele II non è solo una arteria commerciale, ma anche un luogo di interesse culturale. È frequentemente utilizzata per eventi pubblici e manifestazioni locali, contribuendo alla vita sociale della città. Inoltre, è stata immortalata in opere d’arte, come un dipinto del 1967 che ne cattura l’essenza storica[7].


[1] https://ufficipostali.poste.it/como/via-vittorio-emanuele-ii-99
[2] https://www.tuttocitta.it/mappa/como/via-vittorio-emanuele-ii
[3] https://voicemap.me/tour/lake-como/como-with-context-a-guide-to-the-old-town-and-its-breathtaking-lakeside/sites/via-vittorio-emanuele-ii-2
[4] https://www.giuseppedimorabito.com/it/tessabit.html
[5] https://moovitapp.com/index/it/mezzi_pubblici-Via_Vittorio_Emanuele_II_97-Milano_e_Lombardia-site_22798276-223
[6] https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/CO180-00007/
[7] https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0300177706
[8] https://coatesa.com/2013/03/04/como-centro-storico-via-vittorio-emanuele-ii/

a: da classificare · Cani Fabio · Centro Storico di Como · Monizza Gerardo · Nodo Libri · Via Vittorio Emanuele

Como: Via Vittorio Emanuele II – in NodoLibri inVideo, 29 mag 2020

via (12) NodoLibri inVideo – Via Vittorio Emanuele II – YouTube

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Camminando nel CENTRO STORICO di COMO durante le feste di fine anno: via Garibaldi; piazza Volta; via Fontana; via Albertolli; via Plinio; piazza Duomo; via Maestri Comacini; piazza Verdi; via Vittorio Emanuele; piazza San Fedele; piazza Medaglie d’Oro; via Cantù; piazza Vittoria: piazzolo Giuseppe Terragni; via 5 Giornate; via Diaz; piazza Mazzini. Ore 22-23 del 23 dicembre 2017. Video fotografico di 16 minuti

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fare FLANERIE nel centro storico di COMO: IL COSIDDETTO PERCORSO DELLA VASCA”. Piazza Cavour; Portici Plinio; Piazza del Duomo; Via Vittorio Emanuele; Via Indipendenza; Via Pantera; Piazza San Fedele; Via Natta; Via Adamo del Pero; Via Rovelli; Via Cantù; Porta Torre e Mura, 16 novembre 2016

chi è il “flaneur”?

GASPARE ARMATO (2011) Il senso storico del FLANEUR, Autorinediti, Napoli


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Appunti per ricordare la Libreria Meroni di Como

La Libreria Meroni di Como ha una storia ricca e significativa, legata non solo alla cultura locale ma anche alla tradizione editoriale italiana. Fondata nel 1806 da Giuseppe Meroni, la libreria si è affermata come un importante punto di riferimento per lettori e studiosi, specializzandosi in testi storici e opere di rilevanza culturale.

Origini e Sviluppo

La libreria inizialmente si dedicava alla vendita di libri e pubblicazioni locali, contribuendo alla diffusione della cultura in una città storicamente importante come Como. Nel corso degli anni, ha ampliato la sua offerta includendo opere di autori noti e testi accademici, diventando un luogo di incontro per intellettuali e appassionati di letteratura[3].

Rilevanza Culturale

Meroni non è stata solo una libreria, ma anche una casa editrice. Ha pubblicato opere significative, tra cui la famosa “Storia di Como” scritta dal marchese Giuseppe Rovelli, che raccoglie eventi storici dalla fondazione della città fino all’estinzione del Regno Longobardo[2]. La libreria ha quindi giocato un ruolo cruciale nella conservazione e valorizzazione della storia comasca.

Declino e Chiusura

Negli ultimi anni, la Libreria Meroni ha affrontato difficoltà economiche che hanno portato alla sua chiusura . Questo evento ha segnato la fine di un’era per la comunità locale, che ha visto svanire un’importante istituzione culturale[4]. La chiusura è stata accolta con dispiacere da molti cittadini che avevano legato parte della loro vita culturale a questo storico negozio[3].

Eredità

Nonostante la chiusura, l’eredità della Libreria Meroni continua a vivere attraverso le sue pubblicazioni e l’impatto che ha avuto sulla cultura comasca. La sua storia rimane un esempio del valore delle librerie indipendenti nella promozione della cultura e della conoscenza.


[1] https://www.comune.como.it/export/sites/comune-di-como/.galleries/Settore-06/inventari-fondi-storici/Censo_-_Inventario.pdf
[2] https://coatesa.com/2016/12/13/giuseppe-rovelli-storia-di-como-libreria-meroni-editrice-copia-anastatica-1992-5-volumi/
[3] https://traccesent.com/2017/12/10/mi-ricordo-la-libreria-meroni-di-via-vittorio-emanuele-a-como/
[4] https://www.laprovinciadicomo.it/stories/Homepage/180850_libreria_meroni_allultimo_capitolo_stavolta_si_chiude_per_sempre/
[5] https://www.ebay.it/itm/283773732314
[6] https://books.google.com/books/about/Storia_di_Como.html?id=cDZGAAAAMAAJ
[7] https://www.lombardiabeniculturali.it/cdlm/edizioni/co/sondrio-slorenzo/bibliografia

I momenti più importanti nella storia della Libreria Meroni di Como includono:

  1. Fondazione nel 1806: La libreria è stata fondata da Giuseppe Meroni, diventando rapidamente un punto di riferimento culturale per la città.
  2. Espansione e Riconoscimento: Nel corso del XIX e XX secolo, la libreria ha ampliato la sua offerta, pubblicando opere significative e diventando un luogo di incontro per intellettuali e lettori.
  3. Spostamento nel 1958: La libreria si è trasferita in una nuova posizione in via Vittorio Emanuele II, migliorando la sua visibilità e accessibilità.
  4. Celebrazione dei 50 anni nel 2008: Questo anniversario ha segnato un importante traguardo nella storia della libreria, evidenziando la sua resilienza e il legame con la comunità.
  5. Chiusura nel 2011: la libreria ha chiuso definitivamente, segnando la fine di un’era per le librerie indipendenti a Como. Questo evento ha suscitato grande tristezza tra i lettori e gli appassionati di cultura locale[1].


[1] https://www.laprovinciadicomo.it/stories/Homepage/180850_libreria_meroni_allultimo_capitolo_stavolta_si_chiude_per_sempre/

[6] https://www.lafeltrinelli.it/libri/autori/fabrizio-meroni
[7] https://dominionilibri.it/prodotto/storia-di-como/

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Libreria Meroni all’ultimo capitolo “Stavolta si chiude per sempre”

Ha un nome desueto e delizioso, Florindo, come desueta (ma per chi la svolge deliziosa) è la sua professione: libraio. Libraio di una piccola bottega, di una delle ultime librerie indipendenti che esistono a Como. Ma, purtroppo, la Meroni cesserà di esistere con la fine di aprile: dopo avere festeggiato i 50 anni di attività nel 2008, sopravvissuta a uno sfratto e a uno spostamento che rischiava di farla scomparire proprio grazie alla tenacia di questo giovane appassionato e della sua compagna Luisa, oggi è costretta a issare la bandiera bianca. «Mantenere un negozio in Città Murata ha costi elevatissimi – spiega Florindo Bidoia – Como è piccola, gravita su Milano, il futuro è indirizzato sempre più verso le librerie di catena», …. Lo sbarco in città di nuove, grandi librerie ha danneggiato? «C’è il libero mercato – commenta Bidoia – A me non interessa parlare male di qualcuno, preferisco parlare bene di chi continua a operare in piccolo, con passione». E snocciola l’elenco degli indipendenti rimasti: la Mentana, la Libreria dei ragazzi, la Plinio il Vecchio, Mélos, Graffiti, Andreoli, Dominioni, concorrenti – colleghi – amici che Florindo e Luisa hanno imparato a conoscere durante iniziative come la Fiera del libro. Loro due sono riusciti a farsi apprezzare per la loro cortesia, la disponibilità e la passione. E quando si pensa a Meroni ci sono anche altri volti che vengono alla mente: «Bisogna ringraziare per tutto quello che hanno fatto i fratelli Liliana e Roberto Marelli – precisa Bidoia – oltre, naturalmente, a Giovanni Grignola, lo storico direttore». “Il Giovanni” se lo ricordano tutti e lui è lì: non passa comunque giorno che non faccia una capatina da quelle parti. «Abbiamo aperto il I dicembre 1958 – ricorda, in via Ballarini», poi c’era stato lo spostamento in un’ottima posizione, in via Vittorio Emanuele II. Lo sfratto, infine, e un’autentica campagna per salvare la Meroni che, una decina d’anni fa, aveva trovato una sua nicchia, sempre in quella strada ma assai meno visibile, per sopravvivere. Da cinque anni Luisa e Florindo se ne occupavano con dedizione. Nei prossimi giorni inizieranno le promozioni, già con questo week-end, prima della serrata definitiva, prevista per fine aprile. Si chiude una pagina, se ne chiudono tante quanti sono i libri che, in questi cinquanta e più anni, la Meroni ha messo davanti agli occhi dei comaschi.

da: Libreria Meroni all’ultimo capitolo “Stavolta si chiude per sempre” – Cronaca – La Provincia di Como.