La chiesa di Sant’Eusebio, ufficialmente conosciuta come chiesa dei Santi Eusebio e Carlo, è un importante edificio religioso situato nel centro storico di Como. Le sue origini risalgono al XII secolo, come dimostrano i resti di strutture antiche e una pergamena del 1186 che la menziona esplicitamente[1][2].
Architettura e Storia
Struttura e Design L’attuale chiesa presenta un muraglione perimetrale tipico delle costruzioni romaniche, con pietre squadrate e aperture a feritoia. Originariamente, la facciata era orientata verso le mura della città, ma nel XVII secolo fu riposizionata per affacciarsi su via Volta[1]. Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito numerosi rimaneggiamenti; nel Settecento furono rifatti gli altari e nel primo Ottocento fu aggiunto un pronao in stile neoclassico[1].
Eventi Storici Nel 1805, durante il periodo napoleonico, la parrocchia fu soppressa e la chiesa divenne vicaria della Cattedrale. Fu solo nel 1931 che la parrocchia di Sant’Eusebio fu ricostituita[1][2]. La torre campanaria, progettata dall’architetto Zanchetta, fu completata nel 1933[1].
Decorazioni e Arte
L’interno della chiesa è caratterizzato da decorazioni che spaziano dal XVII al XX secolo. Gli affreschi della volta centrale sono di epoca neoclassica e includono opere di artisti come Mario Albertella e Carlo Innocenzo Carloni[1]. Le cappelle laterali ospitano dipinti significativi, tra cui opere dedicate a San Giuseppe e San Carlo, risalenti al XVIII secolo[1][2].
Importanza Culturale
La chiesa di Sant’Eusebio non è solo un luogo di culto ma anche un importante sito storico che riflette l’evoluzione architettonica e artistica della città di Como. La sua ricca storia e le sue opere d’arte la rendono un punto di riferimento per residenti e visitatori.
venerdi 8 novembre 2024 alle ore 20.45 vi aspettiamo a Torno, in via de Benzi, 17,per l’interessante opportunità di scoprire il volto nascosto del Duomo di Como. Ѐ la proposta di un percorso di conoscenza e di ricerca, non solo estetica, che potremo fare grazie alle inedite immagini di Carlo Pozzoni pubblicate in un bellissimo libro che ci mostra le bellezze artistiche della nostra Cattedrale attraverso i giochi di luci e ombre che filtrano dalle vetrate.
Le immagini verranno commentate dall’arch. Clemente Tajana e interrogate nei loro significati dal teologo Andrea Stabellini autore dei commenti del testo.
Sulla facciata del Duomo di Como fanno bella mostra di sé le statue dei due Plinii, il Vecchio e il Giovane: la loro presenza potrebbe sembrare frutto di una forzatura, essendo loro pagani in mezzo a santi e simboli cristiani, ed è invece l’esito di un percorso lungo e complesso di riscoperta dell’eredità classica e di conquista della modernità culturale e comunicativa.
È un processo che coinvolge con modalità varie e a volte sorprendenti artisti, intellettuali, ecclesiastici, in molti luoghi dell’Italia e dell’Europa intera: Tommaso e Giacomo Rodari, Benedetto e Paolo Giovio, Anton Gioseffo della Torre di Rezzonico, Gianantonio Volpi, Giovan Francesco Bonomi.
La “ricerca” dei Plinii, e di Plinio il Vecchio in particolare, non è infatti solo una questione cittadina ma si riverbera anche sulla cultura rinascimentale e poi moderna nel suo complesso. I due ritratti pliniani sul Duomo sono il riflesso della consapevolezza che il ruolo di Como non è stato marginale.
Alberto Longatti (Como, 1931-2024), è stato giornalista culturale, saggista e storico; ha collaborato con NodoLibri fin dal principio, pubblicando numerosi volumi di tema storico-artistico tra cui ricordiamo Il Teatro Sociale di Como. 1813-2013, Il velario pliniano del Teatro Sociale di Como, Volta poeta.
Fabio Cani (Como, 1955) dal 1975 si occupa di comunicazione, grafica, editoria e ricerca storica. Dal 1980 insieme a Gerardo Monizza ha contribuito alla realizzazione di numerose iniziative editoriali e culturali (libri, mostre, progetti didattici). Le sue pubblicazioni sono dedicate ai temi della storia locale, con una particolare attenzione ai temi della modernità, della società e dell’immagine.
di Carlo Pozzoni e Wolfango Testoni, a cura di Luigi Cavadini
venerdì 26 gennaio 2024, ore 18.00… Via Borgovico 163, Como (cortile interno). L’esposizione continuerà fino a venerdì 1 marzo con i seguenti orari: lunedì/venerdì ore 15.00 – 18.30, sabato solo su appuntamento chiamando il 335.8095646
Il tema della mostra è unico: il Duomo di Como. Due le letture, due i mezzi espressivi, due gli artisti: Wolfango Testoni da una parte, con i disegni e gli acquerelli realizzati in presa diretta, dentro e fuori l’edificio, e dall’altra Carlo Pozzoni, con le fotografie che indagano soprattutto l’interno della cattedrale approfittando esclusivamente della luce naturale che penetra dalle finestre e che lentamente (ma non troppo) la percorre. Intriganti sono i risultati di quella che definirei la loro originale visione di un monumento che si presta a infinite indagini, ricco com’è di elementi d’architettura, d’arte e di spiritualità, ma anche aperto ad una interpretazione personale e creativa. Le opere esposte sono frutto di due ricerche indipendenti: i due autori si sono solo incrociati in quel loro autonomo dialogo con il Duomo, senza immaginare quel confronto diretto che ora qui va in scena. Così questa situazione si configura come la proposizione di un duplice pensiero che trova da una parte momenti di riflessione comune e dall’altra un’occasione di rinforzo reciproco.