La Banca d’Italia ha una filiale a Como, situata in Piazza Boldoni, che è stata oggetto di ristrutturazione tra il 1948 e il 1953 e successivamente tra il 1978 e il 1981. Il progetto di ristrutturazione è stato realizzato dall’ingegnere Alessandro Pedroni[2].
Dettagli sulla Filiale
Ubicazione: Piazza Boldoni, Como
Interventi: Ristrutturazioni significative nel periodo 1948-1953 e 1978-1981
Pier Amato Perretta, nato il 24 febbraio 1885 a Laurenzana, in provincia di Potenza, è stato un magistrato e attivista antifascista italiano. Proveniente da una famiglia con forti ideali patriottici, essendo figlio di un garibaldino, si laureò in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli nel 1908, ottenendo il massimo dei voti[2][4].
Carriera e Impegno Politico
Perretta iniziò la sua carriera come uditore giudiziario a Napoli, lavorando successivamente in diverse città italiane, tra cui Locorotondo e Conselve. Nel 1921, fu nominato giudice presso il Tribunale di Como. Durante gli anni ’20, si distinse per le sue posizioni di principio contro le infiltrazioni fasciste nella magistratura e per la difesa dell’autonomia giudiziaria. Nel 1924, presentò un ordine del giorno a favore dell’indipendenza della magistratura durante un’assemblea di magistrati lombardi, un atto che gli costò un trasferimento punitivo a Lanciano l’anno successivo[1][2][3].
Perretta fu anche attivo nel sociale e nella cultura; partecipò alla creazione di cooperative abitative e scrisse su riviste antifasciste. La sua opposizione al regime fascista lo rese un bersaglio per le autorità, che tentarono di silenziarlo attraverso intimidazioni e arresti[1][2].
Resistenza e Morte
Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale e la caduta del regime fascista, Perretta si unì attivamente alla Resistenza. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, divenne un importante esponente del movimento partigiano in Lombardia, collaborando con le Brigate Garibaldi. Tuttavia, il 13 novembre 1944 fu catturato dalle SS a Milano. Nonostante fosse gravemente ferito durante la cattura, rifiutò le cure mediche per paura di rivelare informazioni sui suoi compagni partigiani. Morì tre giorni dopo, il 15 novembre 1944, all’ospedale Niguarda[2][3][5].
Eredità
La figura di Pier Amato Perretta è commemorata in diverse iniziative commemorative e istituzioni. A Como è stata intitolata una piazza in suo onore e sono state erette lapidi che ne celebrano il sacrificio per la libertà e la giustizia. La sua vita è un simbolo della resistenza contro l’oppressione e dell’impegno per i valori democratici[2][4][6].
INCONTRO CON ALDO GIANNULLI Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta, via Brambilla 39, ore 17.30, ingresso libero
Presentazione del libro di Aldo GiannulliLa strategia della tensione. Intervistano l’autore Patrizia Di Giuseppe (direttrice dell’Istituto) e Giuseppe Gagliano (presidente del Centro studi strategici Carlo De Cristoforis). Giannulli è ricercatore in Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Milano, consulente delle Procure di Bari, Milano (strage di piazza Fontana), Pavia, Brescia (strage di piazza della Loggia), Roma e Palermo, collaboratore della Commissione stragi. Nel novembre 1996 ha contribuito alla scoperta di una gran quantità di documenti non catalogati dell’Ufficio affari riservati del Ministero dell’interno, nascosti in quello che poi è stato definito come l’“archivio della via Appia”.
Alla vigilia della demolizione del quartiere della Cortesella, ormai condannato dalla sua cattiva fama e dalle sue cattive condizioni, il Comune di Como diedi incarico al Cineguf, cioè il circolo cinematografico dei Gruppi Universitari Fascisti, di realizzare un documentario che tramandasse l’epica impresa della demolizione.
Gli edifici che oggi si affacciano su piazza Perretta e su via Pietro Boldoni, nonché tutte quelle strutture orientate sull’attuale via Piero Gobetti, sono il risultato di una fase di rinnovamento e di pianificazione urbanistica avvenuta nella prima metà del Novecento, in cui i nuovi percorsi urbani si caratterizzarono di direttrici prolungate con estensioni da Piazza del Duomo, centro del potere politico e religioso, sino al porto, nucleo del commercio cittadino. L’intero quartiere, denominato in tempi antichi “Cortesella” era un complesso insieme di unità edilizie accorpate ai limiti del parossismo, addensate in una porzione della città con il più alto valore del terreno, con una distribuzione inusuale che bloccava ogni passaggio diretto alle sponde del lago, obbligando le strade a prendere delle curvature sconvenienti e non più adeguate al contesto novecentesco della città. (DA http://webgis.como.polimi.it/GIScourse10/como_hist_utente23/html/cortesella_it.html)