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TartaRugosa ha letto e scritto di: Mélissa Da Costa (2021), I quaderni botanici di Madame Lucie, Traduzione di Elena Cappellini, BUR, Milano

TARTARUGOSA

Accadono improvvisi, quando meno te li aspetti, eventi capaci di interrompere il flusso della vita così come lo conoscevi, annientando ogni promessa di futuro.

E’ proprio quello che succede ad Amande, mentre attende il rientro di Benjamin per una gioiosa serata all’aperto nello scoccare dell’arrivo dell’estate, mentre indugia col suo pancione prossimo a dare alla luce una bimba.

Benjamin non rientrerà e a lei spetterà la drammatica incombenza di riconoscerne il corpo straziato dall’incidente di moto. Lo shock ricevuto causerà il parto prematuro e anche la minuscola Manon non sopravviverà alla nascita. Tutto nel giro di poche ore.

Un doppio lutto tragico che lascia solo la voglia del silenzio pensoso, perchè ogni parola è insufficiente, come lo è il contatto col mondo da cui decide di assentarsi, scegliendo una casa isolata nell’Auvergne, dove si rinchiuderà, sbarrando fuori anche la luce del giorno ed eliminando ogni strumento che segni il…

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Vanno, vengono … forse solo la nostra presenza interrompe quella loro costante … testo di Anna

Reparto di psichiatria
Vanno, vengono ,a ritmo costante, forse solo la nostra presenza, ogni tanto, interrompe quella loro costante.
Nella lunghezza del corridoio un solo divanetto interrompe la  linearita’ del loro “passeggiare”.
Tutti sembrano far parte di un altro mondo, dove ci si e’ finalmente spogliati di tutto, ma non si e’ ancora in pace.
Mi siedo e lei si siede accanto a me, mi guarda con occhi svuotati, incolore, e’ a piedi nudi, non so quanti km abbia gia’ accumulati prima del mio arrivo.
Ogni tanto, quando un altro lascia la sua stanza, lei si precipita dentro.
E’ l’unica volta che vedo un’addetta rivolgerle la parola, dandole del tu!
Dicono che rubi il denaro. Vive li’ da alcuni mesi.
Il personale e’ concentrato, come un grappolo, su una porta, i dottori, invece, stanno chiusi dietro la porta. .
Le parti sono tutte presenti, ma non si incontrano.
Vanno, vengono, un giovane avanza, fuori ritmo, a “petits pas”, si’ con quei passi impercettibili dei ballerini provetti che sanno misurare i centimetri.
E’ sfatto. Della sua giovane eta’, del suo giovane corpo e’ gia’ stato tutto bruciato.
Il silenzio insopportabile di quel corridoio lo rompe un altro giovane, grande e gonfio come un pallone.
Non ha un punto del corpo senza tatuaggio, gli anelli al  naso e al labbro.
Esce dalla struttura  insieme a un sorvegliante, la sua voce compensa del silenzio di tutti gli altri.
Con mano tenera, come quella di un bambino, raccoglie dal prato il suo orsacchiotto, gia’ asciutto.
Se lo stringe sul petto, sorride.
Guardo ancora una volta tutti i loro occhi di una tristezza inconfondibile, se si sono gia’  frequentati questi corridoi.
All’orizzonte le nostre palestre di roccia rosa lillato , un manto forte e dolce che a ogni tramonto stende il suo abbraccio fin dentro quel corridoio.
Anna, 22 settembre 2011