Categoria: cimiteri
Reverie sui CIMITERI, 31 ottobre/1 novembre 2016, 2 tracce AUDIO
Il cimitero di Torno (1923-1927), scheda di Fabio Cani
XXCO - L'architettura del XX secolo in provincia di Como
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Tra le regole che ho dichiarato in apertura di questa “guida” all’architettura del Novecento c’era anche quella di escludere i monumenti funerari. Con un certo rammarico, perché in questa tipologia il territorio comasco annovera alcuni capolavori assoluti, ho preso tale decisione con l’obiettivo di valorizzare le architetture affettivamente “vivibili”, lasciando da parte quei simulacri che, nonostante il grande fascino, hanno comunque valore eminentemente celebrativo e simbolico.
Diverso è, ovviamente, il discorso per i cimiteri nel loro complesso, che rappresentano organismi percorribili e vivibili, con funzionalità precise e importanti. Anche in questo settore il territorio comasco può vantare alcuni esempi molto interessanti, scalati lungo tutto l’arco del XX secolo. Se nella maggioranza dei casi i cimiteri si riducono a un recinto di rispetto che si limita a segnare i confini dello spazio dedicato (il “camposanto”), a volte con l’aggiunta di una o più ali di porticato, in altri casi i…
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il CIMITERO di Torno, sotto la chiesa di San Giovanni, nella fine giornata del 5 luglio 2014
Tino Tajana ha detto che il cimitero di Torno è uno dei pochi al mondo che scende a gradoni terrazzati verso il lago:
GENIUS LOCI: variazioni su una mappa
Venezia si tiene con Iosif Brodskij e la voce di Domenico Pelini
da Iosif Brodskij, FONDAMENTA DEGLI INCURABILI, Adelphi 1989, pag.40 e pag. 29.
Le letture di Domenico Pelini sono tratte dal suo canale su Youtube
GIULIO MONTEVERDE, L’angelo ambiguo
Sabato, 11 giugno 2011
Lo scultore Giulio Monteverde può essere considerato precursore del Simbolismo con il Monumento a Francesco Oneto che si trova nel cimitero monumentale di Staglieno a Genova. L’arte funeraria dell’Ottocento si compiace di esaltare le virtù del defunto sulle tombe o rappresenta i congiunti in lacrime, ma egli ha scacciato tutta questa folla per portare nei cimiteri la visione dell’Angelo della Morte: un angelo che medita il mistero e veglia sulle spoglie del defunto. L’angelo androgino rappresenta, sotto molti aspetti, il “punto di rottura” storico nel passaggio da una visione positivista della morte, che trovava nel realismo il linguaggio più congeniale, a quella dubbiosa che sfocerà nel clima decadente-simbolista. In questo processo di rinnovamento, l’angelo perde la connotazione cristiana di guida verso il Paradiso per divenire testimone del mistero del nulla. L’angelo Oneto non offre alcun gesto consolatorio, ma appare distaccato ed imperturbabile.
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GIULIO MONTEVERDE, L’angelo ambiguo : Ai confini dello sguardo.
Venezia, l’isola di San Michele
La prima notte di quiete – Cimitero di Staglieno, Genova
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