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GENIUS LOCI: variazioni su una mappa

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Il Genius loci ovvero lo spazio vissuto, da Contributi a una cultura dell’Ascolto CAMMINARSI DENTRO di Gabriele De Ritis

Un grazie fortissimo al mio amico Gabriele De Ritis che, il 14 agosto, mi ha dedicato questo post sul suo sito CAMMINARSI DENTRO

PAOLO FERRARIO, Passeggiando in un giardino a terrazze sul lago

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Presentazione del volume Angelicamente. Il significato dell’Angelo nella cultura del nostro tempo (edito da Zephyro Edizioni nel 2010) – Paolo Ferrario qui illustra il senso del suo saggioIl Genius Loci come angelo del luogo, pp.45-57 

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Via della Vite, Via delle Barche, Via all’Orto 

Via del Caco, Largo del Noce, Via del pollaio 

Largo della Pergola, Orto Verde, Terrazza, Largo del Tiglio 

da Contributi a una cultura dell’Ascolto CAMMINARSI DENTRO (226): Il Genius loci ovvero lo spazio vissuto : Ai confini dello sguardo.

petit onze · sentieri

Tracce e Sentieri | Tracce e Sentieri

Sentiero
nel bosco
passo dietro passo
ghiaia scricchiola mentre cammino
Tracce

Dedicato a Tracce e Sentieri

Traccio
indistintamente camminando
passo dopo passo
seguendo i miei pensieri
Sentieri

La fotografia è tratta da: http://vocearancio.ingdirect.it/?p=56291&tc=email

da: Tracce e Sentieri | Tracce e Sentieri.

sentieri

SENTIERI e “la evidente distinzione fra soggetti umani cui piace “stare” (fra i quali ben volentieri mi colloco) e quelli cui piace “andare”

 


Sentiero: “viottolo generalmente stretto, che in luoghi campestri o montani si è formato in seguito a frequente passaggio di persone o animali

(in Cortellazzo/Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana)


Nelle città si direbbe “vicolo”. Sentiero si connette a “strada”, che deriva dal tardo latino “strata” (da “sternere”, ossia stendere, selciare) e da cui derivano street (ingl,), strade(ted.), estrada (spa. port.). Route (fra.) proviene invece dal latino popolare “rupta” (a sua volta da viam rompere “aprirsi un varco”)

A mezzi diversi corrispondono strade diverse, e perciò si distinguono fra pedonali e carrozzabili, autostrade, tramvie e ferrovie; a seconda della regione attraversata e dell’entità dello spostamento che consen­tono, si hanno strade urbane o strade «aperte», di cam­pagna o di montagna, strade statali, provinciali e comu­nali, strade maestre e strade vicinali.


I percorsi si compiono a piedi o a dorso d’animale, e l’uomo si misura fisicamente con lo stato e la pendenza della strada, che può presentarsi piana o ripida, diritta o tortuosa, polverosa, sdrucciolevole, ghiacciata o disse­stata, senza sbocco o interrotta da cose o da persone (co­me frane, barricate, assembramenti umani).

Sentiero o strada si legano a cammino, talora lun­go e faticoso, quantificato nel tempo necessario a coprire una certa distanza, e che dunque varia al variare del mezzo usato per lo spostamento. L’idea che il cammino sia una prova è all’origine della simbologia della strada come aspetto del vivente, cui si associa il tema dello sviluppo orientato e quello del fluire del tempo dentro uno spazio. Anche il fiume assolve questa funzione, tuttavia la strada porta con sé una spe­cifica impronta umana: la strada è sempre e soprat­tutto traccia del passaggio di qualcun altro ed è piena di altri segni, come le pietre miliari, i lastricati, le cunette, i ponti, i marciapiedi, i lampioni, i tombini, i pali della luce o del telegrafo, le cornici di alberi e siepi, la segnaletica verticale ed orizzontale, i car­telloni pubblicitari.

Se faccio un confronto con il corso naturale del fiume, strade e sentieri rappresentano un percorso culturale, intenzionato e finalizzato, e per que­sto capace di attrarre interpretazioni e proiezioni psicologiche. Può essere il modello di pensiero dellastasistabilitas, che si oppone la maledizione del movimento: allora la buona strada è quella del ritorno lineare da un punto ad un altro punto. Se invece il modello è il viaggio di scoperta, la curiositas, e il movimento è concepito come graduale acquisizione di una pienezza esperienziale, allora buona è la strada curvilinea e panoramica.

Da cui la evidente distinzione fra soggetti umani cui piace “stare” (fra i quali ben volentieri mi colloco) e quelli cui piace “andare”.

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Camminare per 500 passi …

Dalla casa sul lago al posteggio occorre camminare per circa 500 passi (di cui 77 scalini).
Nel mese di novembre lassù il sole cala già alle 15 e alle 18 è buio pesto.

Quei passi, calcati nel buio, fanno ancor più riflettere sullo scorrere del tempo.

A metà percorso una breccia nel muro fa vedere il disegno della baia.

Oggi pomeriggio con Lu abbiamo riflettuto su queste parole di Silvia Montefoschi:

Il problema fondamentale è che nella reale intersoggettività i contenuti su cui i due riflettono insieme sono contenuti che riguardano entrambi. Il punto di partenza implica il concetto che la dinamica dell’uno è uguale alla dinamica dell’altro. Tutte le dinamiche che emergono appartengono ai due e, via via riflettendo scoprono insieme che queste dinamiche appartengono a tutta l’umanità e si passa in un ambito di ricerca filosofica, in cui la dinamica umana coincide con la dinamica dell’essere.

Come si parla di intersoggettività ? non ci si può limitare a dire tu sei un soggetto non sei un oggetto, ma occorre trattare un contenuto comune, perché se ci si limita a trattare i problemi del paziente non è mica intersoggettività. In “al di là del tabù dell’incesto” dico che in gioco deve entrare anche la problematica del soggetto analista. Metterei in evidenza questo problema. Nell’intersoggettività come ne parlo io ciò che emerge è un contenuto universale.

da  Intervista a Silvia Montefoschi, a cura di Tullio Tommasi

Camminare per 500 passi, il buio presto, una breccia sulla baia, il tema dell’intersoggettività, una canzone … sono eventi che stanno assieme solo se gli si dà peso ed importanza. Come quando sulla rena di una spiaggia ciottoli, alghe, legni e barattoli formano una figura che appare dotata di significato.
E’ la relazione fra gli oggetti e il soggetto che si può provare a far agire dentro di sè.


MONTEFOSCHI SILVIA, FU UNA PIOGGIA DI STELLE SUL MIO VISO(NAPOLI 1952), LABORATORIO RICERCHE EVOL., 1989, p. 70;  MONTEFOSCHI SILVIA, ESSERE NELL’ESSERE, RAFFAELLO CORTINA, 1986, p. 305;  MONTEFOSCHI SILVIA, IL SISTEMA UOMO. Catastrofe e rinnovamento,RAFFAELLO CORTINA, 1985, p. 234;  MONTEFOSCHI SILVIA, C.G JUNG UN PENSIERO IN DIVENIRE, GARZANTI, 1985, p. 226;  MONTEFOSCHI SILVIA ,PSICOANALISI E DIALETTICA DEL REALE, BERTANI EDITORE, 1984, p. 150;  MONTEFOSCHI SILVIA, AL DI LA’ DEL TABU’ DELL’INCESTO. Psicoanalisi e conoscenza, FELTRINELLI, 1982, p. 231;  MONTEFOSCHI SILVIA,DIALETTICA DELL’INCONSCIO, FELTRINELLI, 1980, p. 287;  MONTEFOSCHI SILVIA, OLTRE IL CONFINE DELLA PERSONA, FELTRINELLI, 1979, p. 165;  MONTEFOSCHI SILVIA, L’ UNO E L’ALTRO. Interdipendenza e intersoggettività nel rapporto psicoanalitico, FELTRINELLI, 1977, p. 368 

da: Camminare per 500 passi … | Tracce e Sentieri.