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Il libro “Passeggiate comasche 3. Un viaggio dalla cintura urbana alla Brianza” di Clemente Tajana, curato da Pietro Berra e pubblicato da New Press Edizioni nel 2025, è il terzo volume di una trilogia dedicata al territorio della provincia di Como.
In questo terzo libro, l’autore esplora i centri della cintura urbana limitrofi a Como, come San Fermo e Tavernerio, per poi scendere verso la Bassa, toccare l’Olgiatese ed esplorare ampiamente la Brianza erbese e canturina.
Il testo racconta anche di Campione d’Italia, exclave italiana nel territorio svizzero, nota per i Maestri Campionesi, artigiani e artisti di epoca tardo medievale.
Clemente Tajana, ingegnere e architetto, unisce la sua competenza tecnica alla passione del camminatore per cogliere e raccontare dettagli storici, artistici, architettonici e paesaggistici che definiscono l’identità dei luoghi.
Il volume chiude il trittico iniziato con i primi due libri che hanno avuto molto successo per la capacità dell’autore di coniugare conoscenza e sensibilità emotiva nella descrizione del territorio comasco, dal capoluogo fino ai borghi lacustri e ora alla pianura e Brianza.
Questi, per la precisione, i Comuni di cui Tajana ci racconta la storia, i personaggi e gli elementi di interesse architettonico, suggerendo puntualmente anche delle passeggiate da compiere nei dintorni: Albese con Cassano, Appiano Gentile, Campione d’Italia, Cantù, Canzo, Capiago Intimiano, Casnate con Bernate, Erba, Fino Mornasco, Grandate, Inverigo, Lomazzo, Montano Lucino, Montorfano, Olgiate Comasco, San Fermo della Battaglia, Tavernerio, Vertemate con Minoprio e Villa Guardia

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luoghi descritti:
sulla Via Indipendenza, nel centro storico di Como
L’articolo “Il decumano di Como. Una via da ‘leggere'” di Clemente Tajana, pubblicato su La Provincia il 6 ottobre 2025, tratta del percorso storico e urbano della città di Como analizzandolo come una “via da leggere” dal punto di vista storico e culturale, probabilmente nell’ambito delle passeggiate e studi sulla struttura urbana romana e medievale della città, come si evince dalle sue ricerche e pubblicazioni precedenti.
Tajana, noto per il suo lavoro di urbanista e per i suoi approfondimenti sulle vie e i quartieri di Como, interpreta il decumano — la strada est-ovest nelle città di origine romana che incrocia il cardo nord-sud — come un elemento centrale per comprendere l’identità storica e architettonica della città.
Il decumano, come noto nella pianificazione urbana romana, si intreccia con il cardo a formare una griglia urbana fondamentale per la città e il suo sviluppo. L’articolo di Tajana continua la sua linea di divulgazione culturale già vista nelle sue pubblicazioni come “Passeggiate comasche”, dove racconta la città con uno sguardo tecnico ma anche di passione per il “genius loci” di Como.
E’ possibile reperire approfondimenti sulle tematiche urbanistiche e storiche di Como declinate da Tajana in pubblicazioni e articoli precedenti su La Provincia e nelle sue passeggiate culturali.coatesa+2
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I temi principali trattati nell’articolo “Campanili e ciminiere. Le anime di Lomazzo” di Clemente Tajana riguardano il rapporto tra la tradizione storica e religiosa, simboleggiata dai campanili, e la modernità industriale, rappresentata dalle ciminiere, che insieme definiscono l’identità complessa e stratificata di Lomazzo. L’articolo esplora come questi due elementi convivano e si intreccino nel tessuto sociale e culturale della cittadina, riflettendo sulle trasformazioni urbanistiche, economiche e culturali che hanno segnato Lomazzo nel tempo. Tajana indaga quindi le diverse “anime” del luogo, mettendo in luce la tensione e l’armonia tra passato e presente, tra spiritualità e sviluppo industriale, tra radici storiche e dinamiche contemporanee. Questo approccio consente di comprendere Lomazzo non solo come un luogo fisico, ma come un’entità viva e in evoluzione, con un’identità molteplice e sfaccettata.

Un gruppo di 111 architetti, docenti e intellettuali internazionali ha lanciato un appello per bloccare il progetto di ristrutturazione dello Stadio Sinigaglia a Como, definendolo un rischio per il patrimonio architettonico e paesaggistico della città146. Tra i firmatari figurano nomi di rilievo come Daniel Libeskind, Rafael Moneo, Aaron Betsky e Attilio Terragni (erede di Giuseppe Terragni)124.
Le criticità sollevate includono:
Il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, ha respinto l’appello in modo netto, sostenendo che il progetto è parte del programma elettorale e che «la città lo vuole»257. La sua risposta, trasmessa da Espansione TV, ha suscitato polemiche: «Non sono stato eletto per giocare a flipper o a ping pong»27.
Dal fronte dei tifosi è arrivata una replica critica, firmata da Edmondo Battistini, che evidenzia come l’opposizione degli architetti sia tardiva rispetto al degrado pregresso della zona e al proliferare di palazzi3. Il lettore sottolinea che, con un’azione diretta, sarebbe possibile raccogliere 10.000 firme a favore del progetto3.
L’appello ha acceso i riflettori su un tema finora poco contestato, sollevando questioni di democrazia partecipativa e bilanciamento tra sviluppo e tutela del patrimonio. Francesco Degli Esposti, promotore dell’iniziativa, ha ribadito la necessità di un confronto più ampio, sottolineando che la rapidità delle adesioni internazionali dimostra l’importanza del tema5.
Tabella comparativa delle posizioni
| Posizione | Argomenti chiave |
|---|---|
| Architetti e intellettuali | Tutela del patrimonio razionalista, rischio di impatto visivo, proposta alternativa |
| Amministrazione comunale | Mantenimento del progetto per volontà popolare e impegno elettorale |
| Tifosi | Critica all’opposizione tardiva, fiducia nel sostegno popolare |
Il caso riflette tensioni tra valorizzazione del territorio e esigenze sportive, con un’amministrazione che privilegia la realizzazione del progetto nonostante le obiezioni tecniche e culturali157.
pubblicata in:
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Io contesto la simmetria che ha. Verso Monte Olimpino, quindi dietro la curva di casa, oggi abbiamo solo dei condomini, mentre verso i giardini dei monumenti straordinari. Non tenerne conto vuol dire non capire la città. Io auspico una struttura asimmetrica in altezza, con una differenza marcata tra le due curve.
Non si può fare un rettangolo che non tiene conto della “cittadella” razionalista. Ci può stare più gente anche senza rovinare quel patrimonio. Renzo Piano ad esempio con lo stadio di Bari ha fatto cose straordinarie, si vede fuori addirittura il castello di Federico II. Il progetto che ho visto per il Sinigaglia non tiene abbastanza conto della “collezione” razionalista. Non sto dicendo, sia chiaro, che va buttato via tutto. Ma va molto rivisto. Io pongo una visione culturale.
Se teniamo bassa la struttura verso il Monumento ai Caduti si continuerà a vedere la cupola del Duomo, in caso contrario no. La vista dal lago è un elemento fondamentale, già i Romani ne tenevano conto.”
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