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Pianure in Italia: quali sono, caratteristiche – Studia Rapido
La struttura urbanistica delle frazioni dei paesi del lago di Como si è andata formando attraverso schemi fissi, dipendenti dalla geografia dei luoghi.
Gli inizi di insediamento erano possibili solo dove c’era uno spazio (anche minimo) fra lago e monti. Ciò si verificava allo sbocco dei torrenti, sui piccoli coni detritici, quasi sempre preceduti da gole più o meno “orride”: Nesso, Argegno, Menaggio, Bellano, Dervio … Una volta trovato il luogo, il borgo poteva strutturarsi.
A lago c’era il quartiere dei pescatori e dei barcaioli, con il porticciolo e le rive, dove stendere le reti, i portici sotto cui depositare le merci.
Dal porto venivano create una serie di viuzze che risalivano verso il paese vero e proprio, con la chiesa, talvolta il palazzo-castello del signore locale, le case dei commercianti.
Più sopra, la strada / mulattiera di comunicazione orizzontale con i paesi vicini, lungo la quale si trovavano osterie, locande o crotti.
Infine, altre mulattiere verticali collegavano il centro principale ai monti, lungo i versanti delle montagne, che erano abitati per periodi più o meno lunghi a seconda delle necessità.
Di solito sui primi versanti sopra i paesi venivano coltivati l’ulivo e la vite, gli orti, e i campicelli per le esigenze alimentari..
Salendo ancora cominciavano i boschi (di castagno soprattutto) che fornivano prodotti per la sopravvivenza alimentare: castagne per la farina, legname da costruzione, foglie per le lettiere degli animali, ricci e legna per il camino.
Sopra il bosco c’erano i prati ed infine i pascoli per l’allevamento delle mucche, buoi e capre.
Tratto da LAGO DI COMO, LARIO: sogni e storie d’acqua, Cattaneo editore 2006/2009, pagg. 46, 47
Mappa tratta da Albano Marcarini LA STRADA REGIA a piedi da Como a Bellagio, Lyasis edizioni, Sondrio 2007
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La sponda ‘interna’ del lago di Como risente, a differenza di quella ‘esterna’, di un’orografia più tormentata: i monti si tuffano a picco nel lago e in molti punti la strada ha dovuto essere scavata a viva forza nella roccia. In certe zone, gli abitati sono abbarbicati precariamente ai pendii, in altre mancano del tutto. L’itinerario (30.5 km) lungo questa sponda, dal fascino più rude ma altrettanto coinvolgente, ha come asse la statale 583.
Bellagio
Raggiungibile da Cadenabbia in aliscafo o in motonave (10 min.), la cittadina (m 229, ab. 2969) sorge nel punto in cui convergono le due sponde ‘interne’ del lago, nel vertice del cosiddetto «triangolo lariano». Abitata già in epoca preistorica, insediamento romano, poi borgo fortificato medievale, infine luogo di villeggiatura, è oggi stazione turistica di rinomanza mondiale. In un contesto ambientale incantevole ai piedi di un dosso boscoso, vanta un centro storico che ha conservato quasi intatta la fitta struttura medievale e una corona di eccelse ville nobiliari. All’interno del nucleo abitato sorge la basilica di S. Giacomo, del XII secolo, trasformata però in epoca barocca e, più pesantemente, da restauri d’inizio ‘900. A lato di S. Giacomo sopravvive una bella torre che faceva parte delle antiche fortificazioni.
Fuori dell’abitato, in cima al dosso alberato che costituisce la punta di Bellagio, sorge villa Serbelloni. In epoca medievale vi s’innalzava un castello (demolito nel Trecento da Galeazzo II Visconti) di cui restano alcune tracce. L’attuale edificio, eretto nel XVIII secolo dai Serbelloni, venne trasformato in albergo nel 1870. Lo cinge un vasto parco, che occupa parte del promontorio e offre belle vedute sui due rami del lago. Nella parte meridionale dell’abitato sorge villa Melzi, palazzo neoclassico, preceduto da una scenografica scalinata di azalee, progettato all’inizio dell’Ottocento da G. Albertolli per Francesco Melzi d’Eril. L’interno conserva gran parte dell’arredo d’epoca, con stanze di raffinato gusto neoclassico. Accanto alla villa, sorgono un piccolo museo, con reperti archeologici e affreschi, e un’elegante cappella, sempre su disegno dell’Albertolli. Imponenti sono i giardini, divisi in settori ben distinti e ornati da statue antiche e piante esotiche.
Nesso
Strutturato su varie borgate intorno allo sbocco a lago dei torrenti Tof e Nosè (bello l’orrido, arricchito da una cascata, formato dall’incontro, in prossimità del lago, dei due torrenti), Nesso (m 300, ab. 1399) è il principale insediamento su questa sponda del lago. I due nuclei di Coatesa e di Riva del Castello (che prende il nome dalla fortificazione distrutta nel Cinquecento, di cui restano alcuni ruderi) sono uniti da un antico ponte (forse romano) e creano un ambiente urbano di notevole interesse. Da Nesso una strada panoramica sale (2 km) a Vico m 350, con la bella chiesa romanica di S. Maria (XII-XIV sec), ricca di affreschi trecenteschi e cinquecenteschi, e da qui, in 8 km, attraverso vari abitati alpestri, a Pian del Tivano m 980, tradizionale meta turistica e punto di partenza per escursioni sui monti.
Careno m 250 è un piccolo e gradevole abitato, tipicamente lacustre, con case addossate e separate da stretti passaggi. Vi sono incastonate la parrocchiale dell’Assunta (con affreschi seicenteschi) e la chiesa romanica di S. Martino (XII sec). Da qui, risalendo il monte (c. 20 min. a piedi) si può visitare la grotta Masera, un vasto antro che racchiude un laghetto sotterraneo.
In parte sgranata lungo la statale, in parte ‘arrampicata’ sul pendio, Pognana Lario (m 307, ab. 854) mantiene il vecchio andamento a gradonate. Sull’abitato domina la chiesa romanica di S. Rocco (XII sec), con affreschi dell’epoca.
Torno
L’antico borgo (m 225, ab. 1146), benchè devastato dagli spagnoli nel 1522, conserva tuttora l’impianto medievale, organizzato su due distinti nuclei abitati coi ripide, caratteristiche viuzze. Il primo s raccoglie intorno alla parrocchiale d S. Tecla, ancora di forme gotiche nono stante sia in buona parte opera quattrocentesca. Il secondo si avvolge intorno alla trecentesca chiesa di S. Giovanni che vanta un bel campanile romanico e un elegante portale rinascimentale. La maggiore attrazione del paese è la Villa Pliniana, appartata in riva al lago (1.1 km dall’abitato, c. 25 min. a piedi) Nessun Plinio vi abitò mai: l’edificio celebratissimo in epoca romantica e frequentato da Foscolo, Rossini, Stendhal fu costruito nel XVI secolo da Pellegrine Tibaldi per Giovanni Anguissola, governatore di Como; ma poiché ambedue menzionarono la fonte che sgorga da monte accanto alla villa e che, oltre a Plinio, anche Leonardo descrisse nei suoi appunti, il nome le rimase.
tratto da: Touring Club Italiano, I laghi della Lombardia, 1997
Valli e vallette che si vedono di fronte a Nesso Coatesa:
Sotto il monte Gringo:
Sotto il monte Comana
La mappa e tratta da:
Torri e castelli del triangolo lariano, a cura della Comunità montana Triangolo Lariano, Fondazione provinciale Comunità Comasca, Associazione Appuntamenti Musicali, Società archelogica Comense
In questa mappa si trova anche questa scheda su NESSO:
La località si trova a circa metà della sponda orientale del primo bacino del lago di Como, in direzione di Bellagio e all’imbocco della strada che sale al Pian del Tivano che dà l’accesso alla Vallassina.
Il paese si sviluppa in senso verticale, partendo dalla riva del lago.
Diverse sono le costruzioni che ci inducono a riflettere sulla possibilità che il luogo fosse interamente organizzato dentro un sistema difensivo e all’interno di un circuito integrato di più ampie dimensioni, se prendiamo in considerazione anche il fatto che al Pian del Tivano esistette un accampamento o un punto ricettivo militare d’epoca romana. L’unico manufatto di tipo militare oggi esistente, è costituito da ciò che rimane delle mura del Castello rinascimentale a cui si accede mediante la via omonima. Tuttavia, ripercorrendo le strade del paese, abbiamo rilevato alcuni caseggiati strutturati a mo’ di torre una, in particolare, la si può scorgere nella parte alta del nucleo antico che fiancheggia l’orrido.
A lago sorge la chiesa plebana di S Pietro e Paolo, più sopra quella di S. Lorenzo, mentre la chiesetta romanica di S Maria di Vico rimane un piccolo gioiello d’attrazione storico-artistica. La chiesa di S Martino di Careno completa l’assetto delle chiese aggregate alla località di Nesso, ulteriore testimonianza della forte presenza religiosa nelle località lariane.
Entrando in Italia dall’Europa centrale, dopo aver superate le Alpi e percorse le valli che conducono alla pianura si presenta all’improvviso alla vista di chi viaggia un paesaggio ed una vegetazione che si distaccano nettamente dall’ambiente circostante che ha, o le caratteristiche di alta montagna della catena alpina, o quelle decisamente continentali e di pianura della regione padana. Il paesaggio è assai vario e ridente, la vegetazione appare lussureggiante e molto ricca di colori vivaci per la presenza di numerose varietà di alberi, di erbe e di fiori che di solito crescono in regioni molto più meridionali. E’ questa la regione insubrica o lacustre prealpina che si estende senza soluzione di continuità dal lago d’Orta al lago di Garda con caratteri fondamentalmente mediterranei pur non facendo parte di questa regione, in quanto si interpongono ad essa la pianura padana e gli Appennini.
Soprattutto la vegetazione dà questa netta impronta meridionale alla regione. Qui crescono rigogliose, accanto ai tipici esemplari della flora mediterranea, anche piante e fiori di origine subtropicale.
Nei lussureggianti giardini, nei prati, sui pendii, sulle rocce crescono spontanei o vi sono coltivati i cipressi,
gli ulivi, i lauri, i laurocerasi, i rododendri, le palme, gli oleandri,
le magnolie, i limoni, gli aranci, i cedri,
le camelie, le azalee,
le agavi, il rosmarino, la valeriana
I vigneti si estendono lungo i pendii esposti a mezzogiorno fino ad una altitudine di m 700-800.
Questa flora così varia e ricca è legata alla favorevole condizione climatica della regione che a sua volta è la conseguenza diretta della presenza di numerosi laghi che si sono andati formando nei profondi solchi lasciati dagli antichi ghiacciai dell’era quaternaria. Essi sono situati in strette valli o luminose conche, in genere di forma stretta e allungata con orientamento da nord a sud. Procedendo da occidente si incontrano i laghi d’Orta, Maggiore, Varese, Lugano, Como, Iseo, Garda. Fra questi di maggiore superficie sono posti altri piccoli laghi: Comabbio, Monate, Alserio, Pusiano, Annone, Segrino, Endine, Idro, Ledro.
Come già si è detto il clima particolarmente favorevole di queste regioni è legato in gran parte alle caratteristiche termiche dei bacini lacuali. E’ noto come una massa d’acqua nei confronti dell’aria e del suolo tende a scaldarsi e a raffreddarsi più lentamente, in quanto possiede una maggiore inerzia nei loro confronti; per cui tenderà nei mesi freddi e di notte a cedere calore a causa della temperatura più alta, attenuando così i rigori dell’inverno e l’abbassamento notturno della temperatura e d’altro canto temperando la calura dei mesi estivi e delle ore più afose del giorno poiché ha una temperatura più bassa dell’aria e del suolo circostanti. E’ ovvio che quanto più vasta sarà la superficie dello specchio lacustre e maggiore la sua profondità, tanto più spiccata si esplicherà l’azione termostatica del lago. Infatti si è constatato che la temperatura di superficie segue le variazioni termiche giornaliere ed annue dell’aria, mentre nei bacini la cui profondità supera i m 10 le caratteristiche termiche dell’acqua assumono stabilità, per cui in estate si ha uno strato superficiale che subisce variazioni tra giorno e notte (nettamente inferiori però a quelle dell’aria), uno stadio intermedio in cui la temperatura discende rapidamente procedendo verso il basso ed uno strato profondo in cui la temperatura si mantiene costante sui 4°-5°; nell’inverno invece la temperatura nella parte più superficiale oscilla di alcuni gradi sopra lo 0° di solito tra 5° e 10°, mentre procedendo verso il fondo la temperatura gradualmente diminuisce.
Dei laghi prealpini i più vasti sono nell’ordine: il Garda Kmq 370, il Maggiore Kmq 212, quello di Como Kmq 146; le maggiori profondità si rilevano in quello di Como m 410 (media (profondità m 154,5), nel Maggiore m 372 (media m 175,4), nel | Garda m 346 (media m 136,1). Sono appunto questi laghi che influenzano una vasta area attorno, in quanto è possibile osservare dal rilievo delle condizioni climatiche e della flora che vengono interessate dall’azione equilibratrice lacustre non solo le zone finitime rivierasche, ma anche estese plaghe situate sulle pendici dei rilievi collinari e montagnosi che circondano gli specchi lacustri anche a decine di Km da essi. L’evaporazione costante della superficie del lago comporta un grado di umidità più elevato in confronto alle regioni vicine che tende a mantenersi piuttosto uniforme.
Comune a tutti i laghi prealpini è la presenza di un regolare regime di brezze che spirano al primo mattino da nord e nel tardo mattino fino a sera da sud, variamente chiamate (inverna, breva, ora da nord; tramontana, tivano, vet, sover da sud) che contribuiscono a mitigare la calura nell’estate ed a favorire un costante ricambio d’aria che mantiene l’atmosfera tersa e priva di vapori e nebbie.
Oltre a quelli che concorrono a formare la regione lacustre prealpina od insubrica, numerosissimi altri laghi si trovano disseminati sul territorio italiano, di origine e caratteristiche diverse: alpini, morenici, intravallivi, alluvionali, carsici, di sbarramento naturale (frane) od artificiale, vulcanici. L’Italia viene subito dopo la regione Scandinava e la Svizzera per patrimonio lacustre in Europa. Nella sola regione Trentino-Alto Adige se ne contano ben 600. Dal punto di” vista climatico, però, ben pochi hanno un ruolo di rilievo possedendo superfici molto ridotte e profondità modeste. Fanno eccezione il Trasimeno, di natura intervalliva, assai vasto (Kmq 128) ma poco profondo (media m 7) e quello di Bolsena di origine vulcanica (Kmq 214 e profondità media m 77,9).
Il clima lacustre è caratterizzato soprattutto dal costante comportamento delle sue componenti meteorologiche che presentano sempre modeste oscillazioni e variazioni. Questo clima ha inverni notevolmente più miti ed estati meno calde rispetto a quanto è possibile riscontrare in regioni finitime di pari altitudine e latitudine. La temperatura media annua è più elevata, l’escursione giornaliera più ridotta, l’escursione termica inferiore ai 14°. Per quanto si riferisce specificatamente alla regione lacustre prealpina la nuvolosità è più ridotta: 35-40% di cielo coperto annuale rispetto ai 45-50% della regione padana; 20-25 giorni di gelo all’anno (temperatura sotto 0°) contro i 50-100 della regione padana.
Abbiamo visto come i nostri laghi godano di un clima ideale, stabile e dolce le cui proprietà ritempratrici e salutari erano note già in tempi remoti. Ne fanno testimonianza le sontuose ville ed i grandiosi alberghi che sorgono in ombrosi parchi ed eleganti giardini lungo le rive e le pendici collinari in una suggestiva cornice di monti.
Soprattutto nell’800 e negli anni che precedettero la prima guerra mondiale il soggiorno al lago raggiunse il massimo del suo splendore, ed i laghi prealpini furono meta della migliore borghesia d’Europa che amava trascorrere giorni sereni in un clima distensivo e riposante. Scrittoli” e poeti illustri descrissero e cantarono le bellezze di questi ridenti paesaggi; basti ricordare Manzoni, Parini, Stoppani, Carducci, Fogazzaro, Goethe, Stendhal.
Negli ultimi anni la moda sempre più diffusa della villeggiatura al mare od in montagna, dei soggiorni invernali per cura in località marine, dei viaggi durante le vacanze con destinazioni anche lontane e con brevi soste nelle località toccate, ha fatto dimenticare immeritatamente a molti i pregi e le virtù del clima di lago. Oggi i nostri laghi sono essenzialmente meta in primavera ed estate di escursioni festive dalle città vicine o di brevi soste di turisti stranieri durante il viaggio da nord verso località soprattutto marine della nostra penisola. Si assiste dunque al fenomeno del lago che è « passato di moda » in special modo tra i giovani, mentre, con il diffondersi del benessere, sempre più vaste masse di cittadini si muovono per diporto e per cura verso località climatiche marine o montane. Di tutto ciò buona parte di colpa sta nelle autorità, negli enti, negli operatori economici delle località lacuali che non hanno potuto adeguarsi alla .moderna, incessante, capillare propaganda turistica per mantenere sempre vivo nelle masse l’interesse a visitare e soggiornare al lago. Le località lacustri infatti, per le bellezze naturali che offrono, si prestano ottimamente a soggiorni di riposo e di svago che nulla hanno da perdere nei confronti di quelli oggi più celebrati della montagna e del mare. Oltre alla possibilità di godere delle ‘ attività sportive proprie del mare (bagni, pesca, vela, motonautica, sci d’acqua) e, per la presenza di rilievi collinari e montani lungo le sponde lacustri, della vita salutare all’aria aperta, il turista in molte stazioni climatiche, specie dei nostri maggiori laghi, ha a disposizione una attrezzatura ricettiva e di svago moderna, efficiente e molto varia.
Già si è detto delle caratteristiche fondamentali del clima lacustre: temperatura stabile e decisamente più mite in confronto alla latitudine in cui il lago è situato, umidità più alta e costante, regime regolare di brezze che permettono di godere di inverni brevi e miti, di primavere precoci, di estati temperate e ventilate, di autunni protratti e tiepidi. A queste peculiarità generali naturalmente si sovrappongono quelle locali, legate alla posizione topografica delle varie località. Si hanno così zone lacustri che, presentando specifici e favorevoli caratteri meteorologici ed ecologici, svolgono la funzione, specie in inverno, di stazioni climatiche specializzate. Basti ricordare, ad esempio, la Tremezzina sul lago di Como, la zona di Pallanza sul lago Maggiore, la Riviera di Gardone e la conca di Ala sul lago di Garda.
Climatoterapia lacustre
Assai vario è il capitolo delle indicazioni terapeutiche del clima di lago; esso comprende numerose affezioni specie del bambino e delle persone anziane. In generale al soggiorno sul lago si ricorrerà ogni qualvolta un soggetto malato che necessiti di un cambiamento di clima non possa sopportare per i caratteri della stessa affezione o per la presenza di complicanze che ne peggiorino il quadro clinico, un clima che agisca in maniera eccessivamente stimolante come accade spesso con quelli di montagna e di mare. Il clima di lago si comporta essenzialmente come quello di collina con in più una spiccata azione sedativa ed equilibratrice. Ecco perchè nei pazienti affetti da distonie neurovegetative, nevrosi d’ansia, nei bambini eretistici, nelle insonnie ribelli, il clima di lago svolge una favorevole e duratura azione terapeutica.
Anche le manifestazioni della menopausa, caratterizzate da notevole eretismo, insonnia, vampe di calore al viso, palpitazioni cardiache, sbalzi repentini della pressione arteriosa, ottengono da questo clima buoni risultati.
Fra le indicazioni più importanti sono le affezioni cardiovascolari: ipertensione arteriosa, arteriosclerosi, arteriopatie obliteranti, angina pectoris e coronarosclerosi, cardiopatie mal compensate, esiti di infarto; il diabete male equilibrato specie se accompagnato da complicanze cardiovascolari; le malattie renali croniche, anche con segni di insufficienza renale, e gli esiti di glomerulonefriti acute. Tutte le malattie osteoarticolari si giovano del clima lacustre; fra esse ricorderemo in particolare le forme reumatiche, anche nella fase di riattivazione e così pure quando sono accompagnate da complicanze cardiache.
Ottimi risultati si raggiungono nel trattamento delle affezioni respiratorie, specie nei soggetti anziani: bronchiti croniche, enfisema polmonare, esiti di polmoniti e broncopolmoniti. In queste forme il soggiorno sarà particolarmente indicato nell’inverno.
Naturalmente il clima di lago si adatta in qualsiasi stagione per trascorrere una proficua e ritemprante convalescenza dopo interventi chirurgici importanti o malattie gravi e debilitanti, soprattutto nei bambini e nelle persone anziane e nei soggetti che, per le condizioni generali scadute, potrebbero avere un danno da climi troppo stimolanti e traumatizzanti per l’organismo malato.
Ricorderemo infine come il clima di lago abbia sempre avuto ampie indicazioni nel campo della terapia della tubercolosi sia polmonare che extrapolmonare (polisierositi, forme osteoartico-lari, genito-urinarie, cutanee) e negli esiti di interventi chirurgici per forme specifiche, utilizzando, quando il caso lo richieda, l’elioterapia. Anche le forme polmonari di tipo essudativo in fase di attività evolutiva ed i casi con lesioni ulcerative che presentano controindicazioni alla climatoterapia montana e marina, trovano invece nel soggiorno al lago, in appositi ospedali sanatoriali, la possibilità d’integrare validamente la terapia medica.
Da: Franceschetti L., Visintini O., Mare, monti, laghi: indicazioni per una scelta, Università degli studi di Milano – Centro ricerche di bioclimatologia medica, 1970, pagg. 40-49
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