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biografie di Giuditta Pasta (1797-1865) e Vincenzo Bellini (1801-1835)

Ecco le biografie sintetiche di Giuditta Pasta e Vincenzo Bellini:

Giuditta Pasta

Giuditta Angiola Maria Costanza Pasta, nata Negri, nacque a Saronno il 26 ottobre 1797 e morì a Como il 1º aprile 1865. Fu una delle più grandi cantanti liriche del XIX secolo, considerata insieme a Maria Malibran tra le più celebri interpreti di quel periodo12.

Figlia di Carlo Antonio Negri, farmacista, e di Rachele Ferranti, iniziò gli studi musicali con lo zio materno Filippo Ferranti e poi a Como con Bartolomeo Lotti. Debuttò in teatro nel 1816 a Milano, e la sua carriera si sviluppò rapidamente, portandola a esibirsi nei principali teatri d’Italia e d’Europa, da Londra a Parigi, da Dublino a Pietroburgo124.

La sua voce, estesa dal registro di contralto a quello di soprano, la rese celebre soprattutto nelle opere di Rossini, Donizetti e Bellini, dal quale fu molto apprezzata. Nel 1829 passò definitivamente al registro di soprano, ottenendo grande successo con ruoli come Semiramide di Rossini e Norma di Bellini, quest’ultima opera che segnò una svolta nella sua carriera e nella storia dell’interpretazione lirica romantica15.

Giuditta Pasta fu nota anche per la sua vita morigerata e dedicata interamente alla musica e alla famiglia, distinguendosi dalle altre dive dell’epoca per la sua serietà professionale5. Trascorse gli ultimi anni della vita nella villa «Roda» di Blevio, vicino a Como1.

Vincenzo Bellini

Vincenzo Bellini (1801-1835) è stato un compositore italiano, tra i massimi esponenti del melodramma romantico italiano. Nato a Catania, è celebre per le sue opere liriche caratterizzate da melodie di grande lirismo e da una profonda espressività emotiva. Tra le sue opere più famose si ricordano Norma, La sonnambula e I puritani.

Bellini ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo del melodramma romantico, influenzando molti compositori successivi. La sua musica è nota per la linea melodica fluida e cantabile, che richiede interpreti dotati di grande tecnica vocale e sensibilità espressiva.

Bellini morì prematuramente a Parigi nel 1835, ma la sua eredità musicale è rimasta centrale nel repertorio lirico mondiale.


  1. https://it.wikipedia.org/wiki/Giuditta_Pasta
  2. https://www.treccani.it/enciclopedia/giuditta-pasta/
  3. https://www.parcolura.it/pagina.php?id=90
  4. https://www.treccani.it/enciclopedia/giuditta-negri_(Dizionario-Biografico)/
  5. https://www.azione.ch/cultura/dettaglio?tx_news_pi1%5Baction%5D=detail&tx_news_pi1%5Bcontroller%5D=News&tx_news_pi1%5Bnews%5D=5133&cHash=6e35349375fc2540494f8429a60bd2e9
  6. https://bibliolmc.uniroma3.it/node/2515
  7. https://www.150anni.it/webi/stampa.php?wid=1906&stampa=1
  8. https://www.villagianettisaronno.it/lettere-giuditta-pasta/vita-pubblica-e-politica/

Giuditta Pasta e Vincenzo Bellini ebbero un legame artistico particolarmente intenso e affettuoso. Bellini compose per lei opere su misura del suo talento vocale e interpretativo, in particolare “Norma” e “La Sonnambula”. Il compositore modellò il ruolo di Norma sulla personalità musicale della Pasta, e lei plasmò la celebre aria “Casta Diva” sul proprio timbro vocale134.

Il loro rapporto fu fondamentale per entrambi: la Pasta trovò in Bellini l’unico compositore capace di valorizzare appieno le sue doti vocali e drammatiche, mentre Bellini trovò in lei l’interprete ideale per le sue creazioni, grazie ai suoi ricchi mezzi vocali che soddisfacevano la sua vena creativa e sperimentale6.

Bellini scrisse anche per la Pasta l’opera “Beatrice di Tenda”, rappresentata in anteprima al Teatro La Fenice di Venezia nel 18336. La Pasta interpretò inoltre “Giulietta” ne “I Capuleti e i Montecchi” di Bellini, diretta dal compositore a Londra nel 18352.

Sul piano personale, la loro storia d’amore è oggetto di narrazioni di fantasia letteraria, basate però su un contesto storico reale. Si racconta di un amore intenso, ma impossibile, vissuto in un’epoca di grandi passioni e fermenti culturali e politici, con la Pasta vista come una cantante-attrice capace di trasmettere sentimenti sul palco ma meno nella vita privata5.

In sintesi, Giuditta Pasta fu la principale ispiratrice e interprete delle opere di Bellini, in particolare di “Norma”, e il loro rapporto artistico influenzò profondamente il melodramma italiano dell’epoca136.

  1. https://www.150anni.it/webi/stampa.php?wid=1906&stampa=1
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Giuditta_Pasta
  3. https://www.parcolura.it/pagina.php?id=90
  4. https://bibliolmc.uniroma3.it/node/2517
  5. https://www.saronnonews.it/2021/04/01/del-primo-amore-romanzo-storico-e-damore-con-giuditta-pasta-protagonista/
  6. https://parita.regione.emilia-romagna.it/piani-programmi-progetti/vie-en-rose/schede/negri-giuditta-in-pasta
  7. https://www.osservatoreromano.va/it/news/2022-06/quo-135/bellini-e-la-pasta-alla-norma.html
  8. https://museocity.it/opere/2019/ritratto-della-cantante-giuditta-pasta

Nel romanzo storico recente “Del primo amore” di Manuel Sgarella, l’amore tra Giuditta Pasta e Vincenzo Bellini viene rappresentato come una storia di sentimento puro e intenso, ma allo stesso tempo ingabbiato e impossibile1. L’autore parte da una solida base storica, ma innesta una vicenda amorosa di pura fantasia che si svolge in un’Europa post-napoleonica, durante i moti rivoluzionari e la nascita del Romanticismo, un periodo di forti passioni e fermenti culturali1.

Nel romanzo, Giuditta Pasta è descritta come una donna capace di vivere e trasmettere intensamente i sentimenti sul palco, ma incapace di farlo nella vita privata, il che rende il loro amore contrastato e difficile1. Il sentimento tra i due protagonisti è quindi intenso ma soffocato dalle circostanze storiche e personali, riflettendo un amore idealizzato e tormentato che si sviluppa sullo sfondo delle lotte per la libertà e dei grandi cambiamenti sociali dell’epoca1.

In sintesi, nel romanzo l’amore tra Pasta e Bellini è una passione romantica, idealizzata e impossibile, che rispecchia sia la complessità dei loro caratteri sia il contesto storico di un’Europa in trasformazione1.

  1. https://www.saronnonews.it/2021/04/01/del-primo-amore-romanzo-storico-e-damore-con-giuditta-pasta-protagonista/
  2. https://www.amazon.it/Del-primo-Amore-Manuel-Sgarella/dp/B092G6JCW7
  3. https://letteredalconvento.wordpress.com/tag/vincenzo-bellini/
  4. https://www.teatroalighieri.org/wp-content/uploads/2020/11/150327_PS_Sonnambula.pdf
  5. https://www.teatrolafenice.it/wp-content/uploads/2019/03/NORMA-4.pdf
  6. https://iris.unive.it/retrieve/e4239ddc-5cf4-7180-e053-3705fe0a3322/Capuleti_vMG.pdf
  7. https://www.teatroallascala.org/static/upload/sca/scala_magazine_n6_7_digital.pdf
  8. https://iris.unipa.it/retrieve/e3ad891e-46a2-da0e-e053-3705fe0a2b96/Milena%20Giuffrida-Per%20una%20nuova%20edizione%20commentata%20del%20carteggio%20Verga-Capuana.pdf
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Tajana Clemente, Passeggiate comasche 2: i borghi del Lario e i laghi briantei, New Press edizioni, 2014. Indice del libro e intervista di Pietro Berra all’autore

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Ghielmetti Giuseppe, con i disegni a sanguigna di Franco Belluschi, IL LARIO, casa editrice Pietro Cairoli, Como, 1967. Indice del libro

informazioni sulla “matita sanguigna”:

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sanguigna?fbclid=IwAR3D2Vs58lE8BUjlnRtboi_IkXKbNVbsaKrpNWbNrraMoKIj7RihHtpdLrU

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Blevio dividesi in sette gruppi di case, onde corre il proverbio delle sette città …, In Giovanni Battista GIOVIO, Como e il Lario (1795), Valentina edizioni, 1999, pag, 160

Blevio dividesi in sette gruppi di case, onde corre il proverbio delle sette città. Vi manca pianura, ma non vi mancan vigne. Guardano però il sol cadente, onde i vini son piccioli

In Giovanni Battista GIOVIO, Como e il Lario (1795), Valentina edizioni, 1999, pag, 160

vai alla scheda del libro:https://coatesa.com/2021/08/31/giovanni-battista-giovio-como-e-il-lario-1795-valentina-edizioni-1999-indice-del-libro/

Blevio

Il “Crotto del Nino” a Torno: La locanda del lago che creò il turismo, articolo di Elena D’Ambrosio, in La Provincia/Stendhal 23 agosto 2021

Letto in edizione cartacea. Cerca in:  https://www.laprovinciadicomo.it/

VEDI ANCHE https://coatesa.com/2018/02/17/pietro-berra-dal-crotto-del-nino-a-villa-geno-passeggiando-con-august-strindberg-in-la-provincia-di-como-16-febbraio-2018/

Un crotto, chiamato anche grotto in Svizzera italiana e crot (o crot) in lingua lombarda,

è una cavità naturale tipica delle regioni montane delle Alpi, in particolare delle zone intorno al lago di Como, Valchiavenna e Canton Ticino.

È un nome locale, venivano anche usati come ripostiglio per salumi e formaggi,

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Poi segue Blevio, anch’esso assurto alla fama grazie ai suoi vigneti…, In Paolo Giovio, La descrizione del Lario (1537), a cura di Franco Minonzio, editore Polyhistor, 2021 pag. 42

Poi segue Blevio, anch’esso assurto alla fama grazie ai suoi vigneti: fama legata ad un vino prestigioso per la sua gradevolezza, presso le persone deboli di stomaco, poiché i suoi vigneti non vedono mai il sorgere del sole; e questi vini, per una leggerezza che li rende innocui, grazie ad un tenue vigore naturale, sono preferiti ai vini tagliati e diluiti.

In Paolo Giovio, La descrizione del Lario (1537), a cura di Franco Minonzio, editore Polyhistor, 2021 pag. 42